
“Il suo intento era uccidere più miscredenti possibile sgozzandoli”. Non ha dubbi la corte del Tribunale penale federale, la 29enne che accoltellò due donne il 24 novembre 2020 ha compiuto un atto terroristico. “Ha agito a sangue freddo, ha programmato l’atto, ha studiato l’arma adatta per tagliare il collo, ha fatto sopralluoghi, ha scelto il luogo, si è procurata l’arma, ha scelto le vittime”. Un agire senza scrupoli e particolarmente abietto. Ciò, unito al movente egoistico di mostrare allo Stato islamico la propria dedizione, configura in pieno il reato di ripetuto tentato assassinio, ha spiegato la presidente della corte Fiorenza Bergomi. Per questo la donna è stata condannata a 9 anni, prima però sarà sottoposta a un trattamento stazionario in una struttura chiusa. La malattia mentale, infine, non impedisce alla donna di essere una terrorista, ha continuato la giudice, anzi negli Stati Uniti molti cosiddetti lupi solitari mostrano turbe psichiche. Quello della Manor, quindi, secondo il Tribunale penale federale è stato un attacco terroristico: “Anche alle nostre latitudini possono purtroppo accadere fatti di questa natura”, ha detto Bergomi.
“Ridurre ciò che è avvenuto alla Manor al gesto di una folle è sbagliato”
La donna, secondo i giudici, voleva compiere un atto tanto clamoroso da giungere alle orecchie dello Stato islamico. Pur soffrendo di un ritardo mentale e problemi psichiatrici, l’imputata ha agito in modo coerente con il proprio estremismo: ha scelto di sgozzare, ha gridato Allah U Akbar e ha agito in linea con i metodi dell’estremismo islamico, ha sottolineato Bergomi. ”Ridurre gli avvenimenti della Manor al gesto di una malata mentale è sbagliato”, ha sancito. Inoltre, dopo il gesto la donna ha continuato a portare avanti il suo messaggio estremista: “Sono proprio contentissima, era quello che volevo fare, non mi pento di niente”, si legge nei verbali. Quello terroristico, secondo la corte, è il movente dell’attacco alla Manor.
Sostegno allo Stato islamico
La donna era accusata anche di aver violato la legge federale che vieta il sostegno ad al-Qaida e allo Stato islamico, e per questo è stata condannata, ma solo per la propaganda portata avanti sui social e via mail con tre Non vi sono invece prove che la donna abbia inviato dei soldi all’Isis. I fatti del 24 novembre, invece, non rientrano nella violazione della legge federale, perché già puniti come tentato assassinio. La donna è stata anche condannata per esercizio illecito della prostituzione, con una multa di 2000 franchi.
Trattamento stazionario in struttura chiusa
I giudici hanno però tenuto conto anche dei problemi mentali della 29enne. Per questo, la scemata imputabilità di grado medio è stata presa in considerazione nella commisurazione della pena, ma in modo limitato perché la colpa è stata ritenuta gravissima e manca qualunque segno di pentimento: “Non ha alcuna intenzione di cambiare”, ha spiegato Bergomi. Così i giudici hanno anche imposto una misura: un trattamento stazionario in una struttura chiusa, per evitare che compia nuovamente reati a causa delle sue turbe psichiche. Questa misura sarà scontata prima della pena in carcere, la durata di questo trattamento non è definita, ma sarà rivalutato ciclicamente.