
Il fenomeno dell'accattonaggio è in aumento. I dati pubblicati oggi confermano la tendenza a livello cantonale a anche Lugano non fa eccezione: nei primi sei mesi di quest'anno si sono avuti già 200 interventi contro i 359 riscontrati in tutto l'arco del 2017 dove si era avuta una generale flessione. L’ultimo intervento della Polizia comunale risale a poche ore fa in Pensilina e un resoconto più dettagliato è atteso in giornata.
Come confermatoci dal comandante della Polizia comunale Roberto Torrente gli agenti sono intervenuti in seguito a una segnalazione riguardante un gruppo di etnia rom. Dalle colonne dell’edizione odierna del Corriere del Ticino il comandante aveva annunciato una più stretta collaborazione tra i partner coinvolti per far fronte al fenomeno che, ricordiamo, spesso viene orchestrato da vere e proprie organizzazioni criminali.
Il modus operandi, ci spiega Torrente, è consolidato: si va dallo sfruttamento dei bambini per impietosire i passanti fino a stratagemmi più sottili, come farsi acquistare cibo o indumenti dai malcapitati benefattori per poi portare lo scontrino in cassa e farsi stornare l’acquisto. Con questo ed altri stratagemmi un questuante può raccogliere anche 100 franchi al giorno. Il consiglio resta sempre quello di non dare loro l’elemosina. “Piuttosto si può acquistare del cibo – spiega Torrente – O, meglio ancora, sostenere le associazioni che si occupano di aiutare le persone in difficoltà”.
Dal punto di vista legale gli strumenti a disposizione sono abbastanza limitati: gli agenti devono dapprima cogliere sul fatto i questuanti, ma per portarli in Procura occorrono tre contravvenzioni cresciute in giudicato.
“In centro la situazione è insostenibile - ci dice una lettrice – I questuanti si fanno sempre più insistenti, in particolare con giovani e anziani. Arrivano già al mattino in automobile e ripartono alla sera”.
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