
“Al di là di ogni ragionamento sull’opportunità o meno di una CPI, di fatto il problema del come vengono affrontati gli abusi all’interno dell’Ente pubblico non verrà analizzato e quindi rimane tuttora irrisolto e nel dubbio”. Lo sottolinea il presidente del PPD Fiorenzo Dadò che, dopo la bocciatura di una Commissione parlamentare d’inchiesta sull’ex funzionario DSS condannato per coazione sessuale, propone di istituire un audit esterno indipendente in una mozione presentata questa mattina al Governo.
Per Dadò infatti è necessario un lavoro di approfondimento indipendente e serio su quanto non ha funzionato e su cosa andrebbe eventualmente fatto dopo il “grave caso di abusi sessuali avvenuti all’interno dell’Amminsitrazione e il sospetto che tali abusi potevamo realmente essere fermati in tempo e per il quale il Giudice Marco Villa si è sentito in dovere di scusarsi con le vittime a nome dello Stato”.
Lo Stato si è già attivato, cercando di dare una risposta a fatti incresciosi avvenuti in passato istituendo il gruppo lavoro Stop molestie, riconosce Dadò. Un servizio attivo dal 2003 che offre consulenza e sostegno, a cui vanngo aggiungersi altri servizi “cui la persona che ha notizie, anche indirette, di un eventuale caso di abuso, può rivolgersi”. Ma sull’efficacia o meno di questi servizi e sulle prassi oggi adottate, e quindi sulla concreta possibilità per le vittime di ottenere giustizia “ci sono pareri discordanti, che purtroppo, in assenza di una verifica seria e indipendente, non potranno che rimanere tali” sottolinea Dadò. Da qui la proposta di istituire un audit esterno indipendente. “La domanda non è tanto se vi sia un numero sufficiente di servizi (anche se un elenco sarebbe interessante affinché il Gran Consiglio possa farsi finalmente una idea), ma soprattutto quanto tali servizi siano conosciuti, indipendenti e soprattutto autorevoli ed efficaci” conclude Dadò.
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata