Inchiesta amministrativa
Abusi alla Scuola media di Lugano Centro, l'allora direttore aveva ricevuto segnalazioni
Redazione
2 anni fa
La neodirettrice del Decs Marina Carobbio e l'avvocata Maria Galliani presentano i risultati dell'inchiesta amministrativa sugli abusi perpetrati da un docente 39enne della Scuola media di Lugano Centro, ma anche le misure di prevenzione per "contrastare rapporti inadeguati" a scuola.

Il direttore della Scuola media di Lugano Centro non aveva preso provvedimenti sul comportamento di quello che allora era il suo vice e questo benché avesse ricevuto delle segnalazioni. È la conclusione a cui è giunta l'inchiesta amministrativa ordinata dal DECS per fare luce sul caso del docente 39enne finito in manette e condannato per atti sessuali con fanciulli. Il rapporto conclusivo è stato presentato questa mattina in conferenza stampa dalla neodirettrice del DECS Marina Carobbio (al suo primo incontro con i giornalisti quale consigliera di Stato) e dall'avvocata ed ex procuratrice generale aggiunta Maria Galliani, membro della Commissione d’inchiesta amministrativa.

Cosa è emerso dal rapporto

Il mandato chiedeva ai commissari di verificare eventuali violazioni amministrative nella gestione dei fatti intercorsi nel periodo aprile/maggio 2022 e più in generale chiarire le procedure seguite da docenti e direzione scolastica se avuta conoscenza di comportamenti inadeguati o illeciti da parte del docente penalmente condannato. Dal rapporto, redatto dopo la raccolta di informazioni e diversi colloqui, emerge che "non poche segnalazioni, relative ad atteggiamenti inadeguati, erano giunte al precedente (nonché in carica a quel tempo) direttore della Scuola media di Lugano Centro espresse da diversi docenti e da parte di terze persone", si legge nel comunicato diramato dal Consiglio di Stato. "Sempre secondo il rapporto dell’inchiesta amministrativa, il direttore in questione, prossimo al pensionamento, aveva affrontato e gestito ogni elemento venuto a sua conoscenza giudicandolo non sufficientemente allarmante o tale da giustificare l’adozione di misure incisive". In particolare, si precisa ancora, l’allora direttore della Scuola media "aveva deciso di non prendere contatto con i propri dirigenti superiori, a partire dalla capa Sezione dell’insegnamento medio. L’inchiesta amministrativa ha permesso di escludere qualsiasi responsabilità dei docenti tuttora in carica, il cui comportamento, nella sostanza, è stato corretto. È stata invece accertata una responsabilità del direttore in carica nel periodo preso in esame, la cui reazione è stata quella di non affrontare il problema anche e soprattutto con i propri superiori; non si può comunque ritenere accertato un nesso causale fra l’errata valutazione, nonché l’omessa segnalazione ai superiori, e i fatti di rilevanza penale addebitati al docente condannato".

Galliani: "Non si può sapere se un comportamento diverso avrebbe evitato quanto successo"

In conferenza stampa, Maria Galliani ha dichiarato che "l'allora direttore (uscente) non ha valutato la situazione, che avrebbe richiesto un intervento più strutturato, ovvero un confronto con il diretto interessato, con il Consiglio di direzione e un avviso ai superiori gerarchici". Galliani ha però voluto precisare che "le segnalazioni giunte all'allora direttore uscente su chi avrebbe preso il suo posto non avevano evidenze di comportamenti di rilevanza penale". I reati penali sono infatti stati commessi dopo la fine dell'anno scolastico e, secondo quanto riferito da Galliani, "non è dato sapere se un diverso comportamento da parte dell’allora direttore avrebbe permesso di evitare quanto poi successo". L'avvocata ha inoltre comunicato che "la Commissione non si è espressa su eventuali sanzioni amministrative da comminare all'allora direttore, non essendo questi più alle dipendenze del Cantone".

Le nuove misure

“È inammissibile che si possa approfittare del proprio ruolo di insegnante e avere comportamenti eticamente inaccettabili", ha commentato da parte sua Marina Carobbio. "Ogni comportamento inadeguato di adulti attivi a scuola non può essere tollerato". È per questo motivo, come si legge nel comunicato, che il DECS ha "deciso di rafforzare la prevenzione e la gestione dell’ambiente scolastico e in particolare potenziare la sicurezza delle allieve e degli allievi contro ogni forma di violenza, oltraggio, brutalità fisiche o mentali, maltrattamento, molestie e abusi sessuali. Ogni comportamento inadeguato, ovvero qualsiasi condotta impropria, a scuola non deve essere tollerato. A questo proposito si è deciso di varare nuove Direttive con lo scopo di stimolare la notifica per la direzione scolastica che viene a conoscenza di qualsiasi comportamento considerato inadeguato. La notifica in questione dovrà poi, salvo controindicazioni specifiche, essere condivisa con l’intero Consiglio di direzione e in seguito trasmessa ai propri superiori (sezione di riferimento del DECS). La selezione dei direttori sarà poi coadiuvata da un esperto con formazione psicologica. E ancora, fra le nuove misure vi sarà il rafforzamento della formazione e della sensibilizzazione dei docenti con una collaborazione in rete tra DFA/SUFFP, servizi specifici della Polizia cantonale e l’attuale gruppo di psicologi del DECS. Infine, verrà promosso un “coaching” interno quale supporto nella presa a carico delle situazioni problematiche constatate nella quotidianità di un istituto. Alcune misure verranno adottate da subito, altre con l’inizio dell’anno scolastico 2023/24".

Cos'è successo

La vicenda - lo ricordiamo - risale al periodo maggio-luglio 2021, quando l'allora vicedirettore della scuola media (diventato in seguito direttore, prendendo il posto del direttore che aveva ricevuto le segnalazioni) intrattenne una relazione completa con una delle sue allieve, mentre nel luglio 2021 un'altra studentessa subì dei palpeggiamenti da parte sua, in presenza della compagna con cui il docente aveva un rapporto. Entrambe le ragazze avevano meno di 16 anni. Nel frattempo, lo scorso 16 febbraio l'uomo è stato condannato per ripetuti atti sessuali con fanciulli dalla Corte delle Assise Criminali a 36 mesi di carcere, di cui 6 da scontare (di fatto già passati dietro alle sbarre dopo l'arresto, che risale allo scorso settembre). L'ex direttore non potrà inoltre più esercitare attività che prevedano contatti regolari con i minori, in ambito professionale e non solo.