Cantone
Docenti, ecco come la politica vuole evitare un nuovo "caso abilitandi"
Redazione
un giorno fa
Partito liberale radicale e Partito comunista hanno presentato due mozioni per rivedere l'abilitazione dei docenti. I liberali radicali puntano su una maggiore flessibilità, mentre i comunisti chiedono di tornare al "vecchio sistema".

Non smette di far discutere il caso dei 13 aspiranti docenti di italiano che al termine dell'abilitazione non avranno nessun posto di lavoro garantito. Partito liberale radicale e Partito comunista, hanno infatti depositato due mozioni per rivedere l'abilitazione dei docenti. I primi, in sostanza, puntano su una maggior flessibilità, mentre i secondi chiedono di ritornare al "vecchio sistema".

La proposta liberale radicale

Una delle proposte targate Plr è quella di avere uno studio previsionale che in futuro impedisca di formare più docenti del necessario. "Non ci risulta che ci sia un'analisi sistematica sulla situazione dei docenti", ci spiega Paolo Ortelli, primo firmatario. "Per questo crediamo che se rafforziamo e miglioriamo a fondo questo aspetto, potremo avvicinarci a quella che abbiamo chiamato una forma di lavoro più pragmatica e conforme alle esigenze attuali".

E quella comunista

 Il Partito comunista chiede invece di tornare al passato, prevedendo l'abilitazione solo per chi è già assunto. "Attualmente la coordinazione tra Decs e Dfa non sta funzionando, per questo è importante che prima di iniziare la formazione, i docenti abbiano la certezza di avere un posto di lavoro", afferma Massimiliano Ay. Il problema, continua, "è che esiste una discrepanza tra quello che viene insegnato e quello che viene richieste sul posto di lavoro. C'è un problema di qualità della formazione e per questo chiediamo di rescindere l'accordo con la Supsi e riprendere sotto il controllo del Cantone la formazione dei docenti, in base ai bisogni effettivi della scuola".