Giudiziaria
“Abbiamo sempre anteposto il nostro lavoro alla vita privata”
©Chiara Zocchetti
©Chiara Zocchetti
Laura Milani
un anno fa
L’ultima parola agli imputati a processo per la gestione del covid alla casa anziani di Sementina. Le difese: “Condannarli sarebbe ingiusto giuridicamente e umanamente”.

“In quel maledetto marzo 2020 abbiamo sempre fatto del nostro meglio. Siamo vicini a tutte le famiglie delle vittime e ringraziamo profondamente il personale”. Così hanno dichiarato in chiusura di dibattimento i vertici della casa anziani di Sementina, accusati di aver violato intenzionalmente le disposizioni per contenere il Covid durante la prima ondata.

"Le direttive applicate fin dall'inizio"

Nello specifico il responsabile del Settore anziani comunale ha sottolineato che “tutte le direttive venivano condivise e applicate fin dall’inizio. A volte queste necessitavano di essere maggiormente giustificate dalle autorità stesse, anche noi chiedevamo come interpretarle e applicarle. Ricordiamoci che allora il virus era qualcosa di sconosciuto. Sono stati due anni e mezzo difficili, il processo ha permesso di chiarire e ricostruire quanto fatto”.

"La sicurezza degli altri davanti alla nostra"

“Se sono qui oggi, ha invece detto la capostruttura ora in pensione, è perché non mi riconosco né professionalmente, né umanamente nelle accuse del decreto. Sembra che io in una situazione così drammatica mi sia volontariamente opposta alle disposizioni e trascurato ospiti fragili. Non è assolutamente così. Abbiamo sempre anteposto il lavoro alla nostra vita privata per tutto il tempo del Covid. Io, e non solo io, abbiamo messo davanti la sicurezza degli altri alla nostra. Ho visto morire molti dei nostri ospiti e ho sofferto tanto. Soffro tutt’ora a ricordare i corpi dei nostri anziani avvolti in sacchi neri e portati via. Ma ricordo anche tutti i momenti belli e di questo sarò sempre grata”.

Vicinanza alle famiglie

Infine, anche la direttrice sanitaria ha voluto far sentire tutta la sua vicinanza alle famiglie che hanno vissuto quel terribile marzo 2020. “L’intero mio essere, ha detto, a causa del Covid è stato stravolto. Ho sempre cercato di curare il paziente e la sua famiglia al meglio delle mie possibilità, allora il Covid non aveva delle cure come oggi. Anche io soffrivo nel vedere i nostri ospiti non stare bene. C’ero sempre, sia di giorno, sia di notte. Sono veramente dispiaciuta per quello che è successo”.

Chiesto il proscioglimento

Le arringhe degli avvocati difensori, Mario Postizzi, Edy Salmina e Luigi Mattei, si sono concluse con la richiesta di proscioglimento da tutti i capi d’accusa. La sentenza è prevista nelle prossime settimane.