Ticino
A Stabio trappole per il coleottero giapponese
Redazione
3 anni fa
Il piccolo insetto, simile al maggiolino degli orti, dà del filo da torcere anche nel nostro Cantone. Fabris: “Dobbiamo capire quanto grave è il problema”

Ovale, poco più piccolo di una moneta da dieci centesimi e pericoloso per la vegetazione ticinese. Di chi stiamo parlando? Del coleottero giapponese. L’insetto, presente sul nostro territorio, non è una novità. Infatti, il primo focolaio è stato registrato in Svizzera proprio a sud del nostro Cantone nell’estate 2020.

“Di anno in anno peggiora”
Un fenomeno allora contenuto ma che negli anni, in alcune zone del Mendrisiotto, è peggiorato. A spiegarlo ai microfoni di Ticinonews è la capo Dicastero protezione dell’ambiente di Stabio Katia Fabris. “Di anno in anno si è visto un peggioramento, per questo l’ufficio fitosanitario introduce delle misure. A Stabio il coleottero purtroppo è presente da almeno quattro anni e quest’anno, quindi, l’ufficio fitosanitario ha pensato di installare queste trappole per il monitoraggio degli insetti per capire effettivamente quanto grave è il problema”.

Monitoraggio della presenza
Le trappole hanno una imboccatura conica incastrata sopra una bottiglia in cui sono inseriti dei ferormoni. Non un modo questo per eliminare direttamente l’insetto ma per monitorarne la presenza. Sono altre invece le misure introdotte dal comune per evitarne la diffusione. “Tutti gli scarti verdi del comune devono restare in una certa area, vengono quindi smaltiti sul territorio e anche tutti gli scarti da scavi edili devono restare nel territorio, proprio per evitare l’espansione in altre aree del Ticino di questo insetto”.

“Misure di contenimento necessarie”
Le misure di contenimento sono dunque necessarie per salvaguardare la vegetazione e l’agricoltura, in particolare i vigneti. “Dobbiamo essere preoccupati per questo aspetto: i vigneti da noi sono molto importanti, fanno parte del nostro territorio e della nostra economia, e il coleottero potrebbe veramente creare dei danni, come è successo in Piemonte. Dobbiamo fare tutto il possibile per evitarlo”. Una battaglia non facile perché al momento, al contrario di altri insetti insediatisi alle nostre latitudini, mancano i mezzi per debellarlo. “Misure attive allo stato attuale non ne abbiamo, però stiamo attuando tutto il possibile per contenerlo e per monitorarlo con queste trappole”.

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