Ticino
"A rischio siamo noi, il pianeta se la caverà"
"A rischio siamo noi, il pianeta se la caverà"
"A rischio siamo noi, il pianeta se la caverà"
Redazione
9 anni fa
A Lugano ieri si è discusso delle conseguenze della Conferenza di Parigi sul clima. In sala, anche Luca Mercalli

Le responsabilità dell’uomo per garantire il benessere alle future generazioni e le politiche di controllo del cambiamento climatico che investiranno e influenzeranno, sempre di più, anche le scelte politiche, economiche e finanziarie di Stati e aziende. Questi i principali spunti, offerti da Luca Mercalli e dal professor Carlo Carraro, attorno ai quali si è sviluppata la tavola rotonda con i protagonisti del mondo industriale, economico e finanziario al convegno organizzato dalla BSI Gamma Foundation in collaborazione con Swiss Sustainable Finance.

"Un problema che parte piano, ma che cresce e che nessuno potrà fermare"In apertura di conferenza Luca Mercalli, Presidente della Società Meteorologica Italiana, ha focalizzato il suo intervento sui cambiamenti climatici, dichiarando che: “La crisi climatica e ambientale, che abbiamo provocato in due secoli di sviluppo tecnologico ed economico, è di dimensioni e caratteristiche inedite per l'Umanità, al punto che dà ormai il nome a un nuovo periodo geologico, l'Antropocene. La scienza ci offre tuttavia i mezzi per comprenderla, per prevederne gli scenari evolutivi ed elaborare soluzioni a garanzia del nostro benessere futuro. I modelli di simulazione del cambiamento climatico sono strumenti decisionali importanti per scegliere la strada con minor rischio: possiamo contenere l'aumento di temperatura globale entro i due gradi al 2100 oppure oltrepassare i cinque con conseguenze catastrofiche. Il passato è responsabile dell'avvenire.”

"A rischiare siamo noi, il pianetà se la caverà"A seguire, il Professor Carlo Carraro, Professore ordinario di Economia Ambientale e Rettore emerito dell’Università Ca’ Foscari Venezia, si è concentrato prevalentemente sugli effetti dell’attuazione dell’accordo COP 21 sull’economia reale. “L'Accordo di Parigi è un punto di svolta nella politica di contrasto al cambiamento climatico. Se verrà applicato, per la prima volta, dopo decenni di crescita esponenziale, le emissioni di gas ad effetto serra si fermeranno. Non è ancora sufficiente a ridurle, ma almeno non cresceranno più. Per raggiungere questo obiettivo servono importanti risorse finanziarie, sia per la ricerca delle tecnologie di cui avremo bisogno, sia per realizzare gli investimenti che permetteranno di cambiare i nostri sistemi energetici, l'uso del suolo, i processi industriali, le nostre città e i sistemi di trasporto” ha dichiarato il Professor Carraro.

Dopo le due presentazioni si è aperta la discussione durante la tavola rotonda moderata da Luca Fasani a cui hanno preso parte il presidente di Swiss Sustainable Finance, Jean-Daniel Gerber, Gianluca Manca, Head of Sustainability di Eurizon Capital (Gruppo Intesa San Paolo), e Marco Zanetti, CEO di Airlight Energy.

"Non sono così positivo sulla parola dei governi"Gianluca Manca si è soffermato su alcune incognite cui l’accordo dovrà far fronte in futuro sottolineando come ci sia stato troppo consenso a ridosso dell’evento in un momento storico caratterizzato da numerose tensioni socio-politiche e militari in varie parti del mondo. A tal proposito, Gianluca Manca ha dichiarato: “Se è vero che l’accordo di Parigi è considerato da molti un successo, ha innescato in altri altrettanta delusione. È pur vero che sarebbe stato irrealistico aspettarsi un accordo caratterizzato da un approccio cogente e vincolante, ma è altrettanto poco chiaro se il prossimo anno porterà la necessaria buona volontà a discutere ciascun approccio paese per paese per addivenire a un accordo globale. Inoltre, nel crescente contesto di tensione militare a cui stiamo assistendo è difficilmente calcolabile l’ammontare di CO2 e di altri inquinanti in aggiunta a quelli considerati nel piano del COP, e ciò dovrebbe risultare in misure ancora più restrittive per raggiungere il fatidico target dei 2°C.”

"La consapevolezza negli investimenti deve aumentare"Marco Zanetti ha offerto una valutazione dell’impatto degli accordi di Parigi dal punto di vista industriale, con particolare riferimento al settore energetico e all’azienda da lui guidata: “Gli Accordi di Parigi rappresentano un’opportunità, nella fattispecie per Airlight: consolidano l’importanza ed aprono concrete possibilità di applicazione del risultato di anni di ricerca, di investimenti e di studi, al fine di ottenere un prodotto innovativo nella produzione di energia ed aiutare lo sviluppo sostenibile nelle aree geografiche più povere”.

"In Svizzera non si fa ancora abbastanza"Le riflessioni di Jean-Daniel Gerber si sono invece focalizzate sull’impatto dei cambiamenti climatici sugli obiettivi di business delle aziende, sulle risposte dell’industria finanziaria agli obiettivi fissati da COP 21 e sulle possibili conseguenze nel caso in cui le misure previste fossero implementate troppo tardi. In tal senso, Gerber ha dichiarato: “I cambiamenti climatici avranno un impatto considerevole sui modelli di business e sull’abilità di generare profitti delle aziende attive nelle aree in cui sono previste importanti trasformazioni climatiche. Ora che sono stati fissati precisi obiettivi climatici, l’industria finanziaria deve rispondere alle necessità di finanziamento di progetti che aiutino a raggiungere gli obiettivi dei singoli Paesi. La Svizzera presenta molti esempi innovativi in questo campo in grado sia di declinare temi legati alla sostenibilità sia di proporre sul mercato prodotti che mirano alla soluzione di questi problemi. Infine, si deve considerare che, se le misure di adattamento e di arresto dei cambiamenti climatici dovessero arrivare troppo tardi e quindi in maniera repentina, molte aziende con portafogli ad alta percentuale di carburante fossile perderebbero valore drasticamente. Secondo gli esperti la cosiddetta “carbon bubble” è paragonabile, se non peggiore, allo scoppio di una bolla immobiliare o informatica, in grado di mettere alla prova la stabilità del settore finanziario. Tenere in considerazione queste informazioni permette agli investitori a identificare in modo più preciso i fattori finanziari legati al clima ed evitare di essere esposti a tali rischi.”

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