Ticino
A Magadino riapre il forte Olimpio
Marco Jäggli
4 anni fa
Fondato nel 1912 per paura delle mire irredentiste italiane e in servizio per entrambe le guerre mondiali, il museo è tornato ad accogliere ospiti grazie al lavoro dell’Associazione Fortificazioni Gambarogno

Reduce, seppur da spettatore, di due guerre mondiali, il forte Olimpio ha riaperto questi giorni nelle bolle di Magadino, dove continua a puntare le sue mitragliatrici - ovviamente scariche - sulla strada e la ferrovia. Nei piani della Confederazione infatti, avrebbe dovuto difendere il territorio ticinese dalle mire dell’irredentismo italiano prima, dell’Italia fascista poi. Una costruzione, cominciata nel 1912, che seguiva quella della fortificazione “Fondo del bosco” di Airolo del 1884, che non aveva mancato di suscitare vigorose proteste da parte Italiana: “Le relazioni tra Svizzera e Italia in quel momento erano al minimo storico, con il Corriere della Sera che scriveva addirittura che i colpi sparati da Airolo avrebbero potuto abbattere la madonnina del Duomo di Milano”, commenta divertito Paolo Germann, colonnello in pensione e ultimo comandante delle guardie delle fortificazioni, “Dopo Airolo la Confederazione ha poi ritenuto necessario costruire anche un forte più a sud, da qui il forte Olimpio”.

Da forte a ostello
Il Forte dal 2018 è tornato a rivivere grazie all’intervento dell’Associazione Fortificazioni Gambarogno, come spiega il presidente Renato Bonetti: “Abbiamo ricreato gli ambienti per far rendere conto i visitatori di come viveva la truppa, in più abbiamo allestito delle foto storiche di questa zona datate a partire dal 1914. Abbiamo davvero a cuore che questa fetta di storia del canton Ticino e della regione non venga dimenticata negli anni, ed è proprio la passione per queste cose che ci ha fatto iniziare e continuare con questo percorso”. La struttura è stata congedata dal servizio militare alla fine della guerra fredda ma, congedato dal servizio, racconta Germann, ha continuato a raccogliere ospiti per diversi anni: “Con l’arrivo dei civili sono arrivate anche le ragazze, che abbiamo deciso di accogliere nel forte, in quanto più dotato di servizi igienici e più protetto. I ragazzi invece erano ospitati nelle baracche militari, trasformate in dormitorio. Ha funzionato tutto benissimo, con un andirivieni di scolaresche”.

Un impegno continuo
Il seguito il forte ha avuto una fugace esperienza come punto d’osservazione per la fauna, per poi essere appunto trasformato in museo con oggetti, uniformi e armi dell’epoca fanno bella mostra. Museo che richiede un impegno continuo: “Ogni due giorni si passa per controllare che i sistemi funzionino”, racconta Bonetti, “nelle aperture invece, che sono più o meno una volta al mese, passa invece molta più gente a darci una mano. Da non sottovalutare l’aspetto finanziario: opere così richiedono una grande manutenzione. Siamo 15 soci attivi e diversi soci ‘passivi’ che ci sostengono economicamente per continuare con la nostra opera”. La prossime porte aperte al Forte saranno domenica 23 maggio e domenica 13 giugno, dalle 10,00 alle 12,00, rispettivamente dalle 13,30 alle 17,00.

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