Cultura
A Lugano il passato torna a splendere con un progetto unico in Svizzera
Robert Krcmar
3 ore fa
Dal Guglielmo Tell alla Fontana Bossi. È in corso da mesi a Lugano un progetto di restauro delle sculture cittadine. Un concetto interdisciplinare che è un unicum in Svizzera e che è seguito anche dalle città d’oltralpe.

Molti se ne saranno accorti: all’entrata del parco Ciani, lato ovest, uno dei leoni che svettava sul cancello è sparito. Un fatto misterioso? No, in realtà è parte di un grande progetto di restauro del patrimonio culturale diffuso della città. "Abbiamo fatto un grande lavoro di verifica dello stato di conservazione di tutti i beni culturali sparsi sul territorio, da dipinti a sculture a sale matrimoni: devo dire che la situazione complessiva non era così drammatica, ma era comunque importante trovare delle soluzioni" spiega a Ticinonews il Direttore della Divisione Cultura Luigi Maria di Corato. Dall'analisi, è infatti emerso che per il 32% delle centinaia di opere censite un intervento di restauro era altamente consigliato. Nel 2024 il Consiglio comunale ha quindi accettato la richiesta di credito di 480mila franchi. Ed ecco che ad esempio il tempietto di Washington, i due cigni vicino alla funicolare, il Toro di Poseidone o il Guglielmo Tell sono tra le opere che sono andate o che andranno sotto i ferri.

Un unicum in Svizzera 

"È stato un bel lavoro perché frutto della collaborazione tra più divisioni: noi della Divisione cultura, Spazi Urbani, ma anche Gestione e manutenzioni. Tutti hanno messo a disposizione le loro competenze, in un progetto condiviso", chiarisce Di Corato. Più divisioni, ma anche una collaborazione con la SUPSI e la nascita di una nuova squadra per agire in vista del futuro con manutenzioni e restauri per tempo. "Spesso si arriva al restauro quando è troppo tardi, quando il bene è già in stato di degrado e diventa urgente intervenire. Abbiamo quindi provato a cambiare paradigma, per risparmiare tempo, risorse e per avere uno stato di conservazione complessivo migliore". Qualcosa di unico a livello svizzero e per cui altre città hanno mostrato interesse. "Abbiamo già avuto diverse città dalla Svizzera interna che ci hanno contattati. Ci fa piacere condividere questi risultati e metterli a disposizione di tutti, anche per dare un contributo in un’ottica di coesione nazionale". Tornando al nuovo team, ne fanno parte anche gli scalpellini del Comune che stanno avendo un'ulteriore formazione specifica sui restauri, e proprio loro si stanno occupando in questo momento del leone del Parco Ciani con la restauratrice Federica Alamia.

"Il rischio? Perdere parte della nostra identità"

Un altro esempio è la recentemente finita Fontana Bossi, che era in pessimo stato. "I problemi erano legati al restauro, ma anche al ripristino di tutta la parte idraulica della fontana e anche dell’illuminotecnica", chiarisce Di Corato. Ecco che, dopo settimane di lavori commissionati a degli specialisti, è tornata in tutto il suo splendore. Ma perché è importante questo progetto. "Il patrimonio culturale ha valore di eredità", conclude Di Corato. "Lo abbiamo ricevuto da chi ci ha preceduto e abbiamo il dovere di consegnarlo, possibilmente migliorato, alle generazioni future. Questo perché spesso, quando si faceva un monumento, si faceva per ricordare un valore, un evento, qualcosa degno di essere ricordato (nel caso della Fontana, ad esempio, l'arrivo dell'acqua potabile, ndr.). Dimenticarlo sarebbe un peccato ed equivarrebbe a perdere una parte consistente della nostra identità".