Ticino
“A Friburgo più casi che nella prima ondata”
Marco Jäggli
4 anni fa
Nonostante in Ticino permanga una situazione di relativa calma sul fronte Covid, in diversi cantoni Svizzeri i casi sono in crescita rapida. Ne parliamo col il dottor Andreas Cerny dell’Epatocentro Ticino

Il dottor Andreas Cerny dell’Epatocentro ticino era stato una delle voci più critiche verso le riaperture e uno dei primi ad annunciare l’arrivo della seconda ondata. Ora, con un po’ di ritardo, questa sembra davvero arrivata in alcuni cantoni d’Oltralpe, mentre in Ticino, “protetto dal Gottardo”, la situazione rimane tranquilla. Teleticino ha parlato con il direttore dell’Epatocentro Ticino della situazione generale, ma anche di Echinaforce, quarantena abbreviata e altro ancora.

Facciamo il punto sulla situazione a livello svizzero...
“Guardando le curve di contagio in diverse regioni svizzere il canton Friburgo, il canton Vaud e Ginevra vedono una seconda ondata. In particolare, se si guada la curva dei contagi di Friburgo sembra stiano avendo una seconda ondata ancora più forte della prima. Noi in Ticino abbiamo una curva dei contagi che somiglia abbastanza a quella della Lombardia, quindi vediamo l’effetto del Gottardo che ha protetto in un certo senso la Svizzera interna durante la prima ondata e che ora protegge noi durante la seconda”.

Il fatto che ci sia un numero relativamente basso di ricovero è dovuto a un virus “più buono” o a un intervento più tempestivo e consapevole da parte dei medici?
“Le cure sono migliorate, però adesso facciamo dei test anche a pazienti che non sono malati come nella prima ondata, dove abbiamo fatto test quasi solo a pazienti che necessitavano il ricovero. Inoltre l’età media era molto più alta dove ora abbiamo un età media attorno ai 30-32 anni e queste persone hanno meno rischi di dover essere ricoverati. Un terzo elemento è che la crescita dei casi è recente e che ci vogliono un paio di settimane finché una persona malata necessiti l’ospedalizzazione”.

Per il Consigliere federale Ueli Maurer la quarantena potrebbe essere abbreviata, cosa ne pensa?
“È una decisione importante che va presa sui dati scientifici, abbiamo un’ottima Task force che ora sta valutando le esperienze di altri paesi e anche l’utilità dei test, che sicuramente vanno fatti più volte durante la quarantena e che potrebbero essere un metodo efficace per le persone contagiate di reinserirsi in società”.

Infine le chiedo dell’Echinaforce, un caso che continua a far discutere. Che idea si è fatto?
“Il laboratorio che ha eseguito questi testi, quello di Spiez, è sicuramente molto affidabile. Il fatto che ci siano degli autori che fanno parte della ditta è un punto forse un po’ debole che fa sorgere domande sull’indipendenza della ricerca, però bisogna dire che tante sostanze hanno un effetto anti-coronavirus in vitro che non si traduce in un effetto nell’uomo. Ricordo che l’idrossiclorochina ha un effetto chiaro in vitro contro il coronavirus però come sappiamo poi i dati clinici finora raccolti sono abbastanza deludenti”.

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