Ticino
A caccia di tempeste
Foto MeteoSvizzera
Foto MeteoSvizzera
Lara Sargenti
3 anni fa
Ieri in Svizzera interna si è creato un temporale supercella, che ha attirato gli appassionati. Zanini: “Sono temporali che durano molto a lungo e che in genere producono i tornado”

Domenica violenti temporali hanno colpito la Svizzera. In totale sono stati registrati 46mila fulmini, con il Canton Zurigo che ha misurato il maggior numero di scariche (11mila), riferisce Meteonews su Twitter. Sono state registrate anche forti raffiche di vento. A Grenchen il vento ha soffiato a una velocità di 118 km/h, mentre sul Gran San Bernardo si sono registrate punte di 139 km/h. In Ticino invece i temporali sono arrivati solo in serata, ma con una minore intensità. A essere maggiormente colpiti la Bassa Vallemaggia e la zona di Biasca. Quel che è avvenuto in Svizzera interna però è un fenomeno abbastanza raro, che ha attratto gli appassionati.

I cacciatori di tempeste

“La Svizzera interna è stata colpita da una supercella, è un tipo di temporale che vive molto a lungo”, ci spiega Stefano Zanini da Locarno Monti. “Sono alimentati dalla dinamica, da correnti in quota e forti correnti ascensionali. Producono grandine di notevoli dimensioni e sono quelli che in genere producono i tornado. Il temporale è risalito dalla Francia e ha seguito la linea delle Prealpi, per poi perdersi nella regione di Sciaffusa. Ha prodotto una traccia di grandine piuttosto lunga, una strica di circa 100km, partita da Entlebuch e finita verso Winterhtur (in genere la striscia è di 5-10 km)”.

È una situazione abbastanza particolare, che ha attirato i cosiddetti cacciatori di tempeste, precisa ancora Zanini. “Ci vuole una certa combinazione di fattori per produrre un temporale di questo genere: una forte instabilità, correnti che aumentano in modo marcato con la quota, un certo tipo di direzione, ecc. Queste condizioni si trovano spesso negli Stati Uniti. In Svizzera sono più frequenti nel Giura o Giura francese, più raro lungo le Prealpi”.

Proprio a causa di questa particolarità i collaboratori di MeteoSvizzera si sono recati Oltralpe per osservare il fenomeno: “La grandine produce chicchi di diverse dimensioni, che può variare da una zona all’altra”, prosegue il meteorologo. “Nell’ambito di un progetto gestito da Locarno si sta cercando di studiare la particolarità della grandine per migliorare i sistemi dei dati radar. In questo contesto due collaboratori hanno fotografato i chicchi a terra, ma anche attraverso droni per studiare queste fasce di grandine”.

Nel frattempo le condizioni meteorologiche sono cambiate, ma non si escludono nuovi rovesci: “Ora l’aria sta cambiando. Non è più così pesante e afosa, ma resta la dinamica. Sono ancora attesi temporali di una certa intensità oltralpe, ma non più a quei livelli”, conclude Zanini.

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