
“Si tratta di una spesa importante che non dobbiamo banalizzare, fino a che in Ticino questi sono i livelli salariali ogni franco conta. Per questo da oggi dovremo dimostrare quanto il canone è un investimento importante per i lavoratori del settore privato, per la democrazia e per il lavoro in Ticino in generale”. Così il segretario regionale di UNIA Giangiorgio Gargantini ha lanciato la campagna verso l'8 marzo. I sindacati definiscono l'iniziativa “200 franchi bastano”, iniziativa anti-RSI. Secondo loro non si parla più di ridimensionamento o di risparmio ma, di fatto, della fine di una RSI che produce nel territorio della Svizzera italiana. Pur consapevoli di quanto possa pesare per alcuni contribuenti una spesa di 300 franchi all'anno, ritengono che, cifre alla mano, ne valga la pena.
"Per ogni franco che parte dal Ticino, ne rientrano quattro"
Secondo Giorgio Gargantini il vantaggio percepito dal nostro Cantone è evidente. "Per un franco che parte dal Ticino verso la Svizzera interna ce ne sono quattro che rientrano. La SSR investe il 20% delle risorse in un territorio che ha il 4% degli abitanti. Per me è incomprensibile come chi rappresenta il Ticino a Berna possa schierarsi a favore di questa iniziativa”. Nel 2018 il canone (all’epoca lo chiamavamo Billag) era di 450 franchi. Oggi siamo a 335. Arriveremo presto a 300, ammesso che l’iniziativa venga bocciata. La soglia di esenzione delle imprese invece verrà portata da 500 mila a 1,2 milioni di franchi. Già così, dichiarano i sindacati, la SSR perde 270 milioni di franchi e 900 posti di lavoro.
Abbiamo il canone più caro d'Europa?
Ma è vero che la Svizzera ha il canone radiotelevisivo più alto d’Europa? Ebbene, sì. A titolo di paragone, Paesi Bassi, Spagna e Belgio lo hanno abolito. In Germania si pagano circa 220 euro all’anno, in Austria 15,3 euro al mese, ma alcuni Länd possono prevedere costi aggiuntivi che portano la cifra fino a 240 euro l’anno. In Gran Bretagna l’esborso è 174 sterline. La Francia di Macron ha abolito il canone nel 2022, sostituendolo con un finanziamento tramite l’IVA, ma il dibattito è ancora aperto. Secondo Gargantini il prezzo è giustificato. “Difesa della democrazia, difesa del lavoro, difesa del servizio pubblico, difesa dell’economia di cantonale sono dei valori essenziali, pur nel rispetto di questa spesa. Convinceremo le lavoratrici e i lavoratori di questo Cantone di quanto questo sia nell’interesse di tutti.”
