Bellinzona
19enne morta al San Giovanni, "abusava di sostanze, eravamo preoccupati"
© Instagram
© Instagram
Redazione
un anno fa
La ragazza portata domenica in fin di vita all'ospedale della Capitale non ce l'ha fatta. È morta nella serata di ieri. Un suo conoscente: "Prendeva MDMA e Ketamina, inoltre soffriva di un disturbo alimentare"

È deceduta nella serata di ieri la 19enne che in giornata era stata portata in condizioni gravissime all'Ospedale San Giovanni di Bellinzona. Lo ha comunicato a Ticinonews la Polizia cantonale retica, che si occupa del caso. La Polizia grigionese ci conferma che la ragazza è stata portata in ospedale da quattro persone, le quali sono state identificate dalle autorità ticinesi. Attualmente, ci viene fatto sapere, queste non sono in stato di fermo.

La Polizia cantonale grigionese non ha voluto confermare un rapporto fra la tragedia e un rave party che si sarebbe svolto ieri sui monti di Roveredo. In merito a quest'ultimo, la Polizia retica parla solo di "evento privato". Sulle dinamiche esatte che hanno portato al decesso della giovane l'inchiesta è ancora in corso.

L'uso di sostanze

"Da tempo abusava di MDMA e Ketamina", ha raccontato a Ticinonews un suo conoscente. "Eravamo preoccupati per la sua salute e proprio settimana scorsa ne abbiamo parlato tra noi. Purtroppo non sono sorpreso di quanto accaduto". Un abuso di sostanze che si è aggiunto ad altri problemi con i quali era già confrontata la giovane: da tempo infatti la 19enne "soffriva di un disturbo alimentare", ci ha spiegato il giovane.

Cosa è successo

Insieme ad un centinaio di ragazzi, stando a quanto raccontato da un testimone a LaRegione, la giovane avrebbe preso parte al rave organizzato a Roveredo, ai piedi della diga della Roggiasca. Da sabato la ragazza non si sarebbe sentita bene. " Era in piedi sulle casse della musica e sembrava addormentata. L'abbiamo accudita accanto al falò acceso per riscaldarci, viste le temperature molto rigide". Nella notte tra sabato e domenica la 19enne "era assente, non dava segni di ripresa". Gli amici della vittima, secondo il testimone, non avrebbero voluto chiamare l'ambulanza per paura che venisse allertata anche la polizia e, di conseguenza, perdessero la patente. Solo in seguito quattro giovani "hanno deciso di caricarla a bordo della loro auto e di portarla da qualche parte, forse all'ospedale. Da lì in poi non ho più saputo nulla, finché ho letto la notizia del decesso. Sono sconvolto", ha raccontato il giovane al quotidiano bellinzonese.

Le tracce rimaste

Oggi ai piedi della Roggiasca si potevano vedere le tracce del rave e immaginare le persone che attraverso il passaparola sono salite lungo la strada tutta tornanti che porta alla diga. I resti di un fuoco, qualche filtro e cartina qua e là, i segni della pista da ballo e delle casse.

Il party documentato sui social

Su Instagram le testimonianze dirette del festino abusivo. I video sono stati pubblicati in giornata da diversi utenti, perlopiù italiani e verosimilmente non consci della tragedia che si è consumata sopra Roveredo. Le immagini mostrano decine di persone che ballano di fronte a un muro di casse, mentre tutto attorno si scorgono le auto, i furgoncini e i camper usati per raggiungere il festino e probabilmente anche per ripararsi dal freddo. Basti pensare che a mezzogiorno di oggi le temperature raggiungevano a fatica i 5 gradi.

La zona

Un luogo discosto quello del rave che – come accade in questi casi – ha richiamato un mondo nascosto in cui i contatti superano i confini locali e dove le comunicazioni rimangono a livello personale, proprio per sfuggire a eventuali controlli delle autorità. Da qui, dopo vari tentennamenti, è partito il furgone che ha consegnato al pronto soccorso la ragazza ormai in fin di vita. Il mezzo ha poi ripreso la strada verso i Grigioni, con i quattro occupanti probabilmente ignari che lungo le strade ticinesi la polizia cantonale aveva predisposto dei posti di blocco. Il veicolo e le persone a bordo sono state identificate e sentite dalle autorità grigionesi. Stando a nostre informazioni, non sarebbero le sole.