
“Dopo aver resistito 9 mesi con quasi nessun cluster di contaminazione, anche la Clinica Santa Chiara deve oggi purtroppo annunciare di aver registrato, nel proprio reparto di medicina, un cluster comprendente 3 pazienti (due dei quali sono stati trasferiti all’Ospedale di Locarno) e 13 dipendenti”. Lo rende noto la direzione della Clinica che, oltre ad apportare il supporto necessario ai propri pazienti, ha deciso di vietare le visite a tutti i pazienti non-covid e non terminali (ad eccezione delle visiste di neo-papà alle neo-mamme) fino al 23 dicembre 2020. Le visite ai pazienti Covid/terminali restano invece consentite, per al massimo 30 minuti al giorno complessivamente, tra le 18:00 e le 20:00, con le dovute precauzioni e restrizioni per i visitatori. La maggioranza dei collaboratori è asintomatica, specifica la Clinica. La disponibilità di letti nel reparto di medicina, che attualmente ne conta 26, dovrà inoltre venir rivisto al ribasso per almeno 10 giorni. Le capacità della Clinica a partecipare allo sforzo ospedaliero Covid sarà quindi fortemente ridimensionato, sempre per i prossimi 10 giorni, se non interverranno misure anti-Covid d’emergenza.
La direttrice: “Ridotti una decina di letti”
Raggiunta dai colleghi di Radio 3i, la direttrice, Dottoressa Daniela Soldati, ha spiegato che due dei tre pazienti contagiati sono stati trasferiti alla Carità, mentre il terzo è rimasto per ragioni personali. Attualmente nel reparto Covid della Clinica vi sono 6 pazienti. Tra i 13 dipendenti risultati positivi, si contano infermieri, un medico assistente, assistenti di cura e alcuni del personale del servizio alberghiero. “Questo ci obbliga a ridurre i letti disponibili nel reparto di medicina”, spiega la direttrice. Le visite erano già limitate a pazienti degenti da più di cinque giorni. Ma ora verranno sospese “per impedire che il numero di dipendenti messi in quarantena o in isolamento aumenti al punto da dover chiudere integralmente un reparto”.
Ma quanto pesa l’assenza del personale sul lavoro della Clinica? “Se fosse su tutta la clinica, il numero di defezioni sarebbe tollerabile” prosegue Soldati. “Il problema è che, assumendo tante urgenze del Locarnese, gli altri reparti, oltre quello di medicina, sono pieni o quasi. Quindi non posso mettere a disposizione personale di altri reparti per la medicina interna. Non ho altra scelta se non chiudere in totale una decina di letti rispetto ai 26 della medicina, per 10 giorni. Altrimenti non sono in grado di dare le prestazioni di cura con tutte le garanzie di qualità e sicurezza”.
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