
100 giorni di Donald Trump, o meglio, da Donald Trump. In questo periodo il presidente statunitense ha, ad esempio, limitato le capacità del governo federale, firmato molteplici ordini esecutivi, deciso dazi che hanno mandato in tilt i mercati e, a livello internazionale, si è reso ancor più protagonista dello scacchiere geopolitico, dal conflitto russo-ucraino fino al Medio Oriente. “Credo che le due amministrazioni siano piuttosto diverse tra loro, almeno in base a quanto visto finora”, commenta a Ticinonews Francesco Semprini, inviato della Stampa. “Quella attuale è più matura. Matura nel senso di 'più consapevole' degli errori del primo mandato che il tycoon non vuole commettere nuovamente per non indebolire la sua stessa presidenza, la squadra di governo e, soprattutto, per dare un’impressione di compattezza”.
Le cause del calo di popolarità
Il tycoon continua a esprimere ottimismo e a invitare alla ‘’speranza' per il futuro’’, ma la sua popolarità, negli Stati Uniti, è in calo "per due motivi fondamentali. Il primo è sicuramente il fatto che la politica commerciale, quindi l’applicazione dei dazi, crea delle incertezze". Il secondo aspetto "riguarda invece le politiche migratorie, con queste ‘retate’ che lui ha ordinato dal giorno uno del suo mandato e che stanno portando a deportazioni piuttosto frequenti e piuttosto importanti”, conclude Semprini.