
La notizia pubblicata dai media online deflagrò in Ticino la mattina del 7 marzo 2013. Era un giovedì, nella notte Giuliano Bignasca era morto per un malore a 68 anni. Conosciuto da tutti come “Nano”, imprenditore edilizio, aveva fondato prima il Mattino della Domenica, poi la Lega dei Ticinesi, movimento che avrebbe stravolto la politica cantonale e che da 12 anni è partito di maggioranza relativa in Consiglio di Stato. Giuliano Bignasca ha seduto in consiglio nazionale e per oltre un decennio in municipio a Lugano. Tra i primi che lo affiancarono nella sua avventura politica ci fu Pierre Rusconi, che se poi lasciò la Lega per approdare nell’Udc, mai perse l’amicizia per il “Nano”. “Per me è scomparso prima di tutto un amico, e con lui tanti altri con cui abbiamo iniziato la carriera politica da neofiti”, ha raccontato Rusconi, già consigliere nazionale, ai microfoni di Ticinonews. “Mi manca da amico più che da politico”.
“Uno stravolgimento storico”
Rusconi ha anche provato a spiegare “Nano” Bignasca a chi per gioventù non ne ha conosciuto la figura. “Quando si vedeva in televisione o quando portava le sue tematiche, alla gente si illuminavano gli occhi, perché esponeva dei temi assolutamente nuovi, e in un modo che solo lui era in grado di utilizzare”, ha aggiunto Rusconi. “Era iperattivo nelle sue proposte, e metteva anche humor e leggerezza in ciò che veniva fatto”. Era una politica diversa a cui nessuno era abituato. “È stato uno stravolgimento storico a livello di rapporti politici-popolazione, perché prima la politica era elitaria”.
Argomenti ancora attuali
Se il modo di far politica del “Nano” non si vede forse più, non sono invece cambiati i temi… “Ancora oggi, purtroppo, quelle questioni non sono state superate”, ha confermato Rusconi. La Lega “è partita cavalcando anche la questione del frontalierato e se pensiamo che quando se ne parlava eravamo a 15'000 frontalieri, mentre oggi sono quasi 80'000, il problema evidentemente non è stato risolto”. Altre problematiche che Bignasca aveva portato riguardavano il rapporto tra la popolazione e chi la dirige, che secondo lui avrebbe dovuto essere “più diretto e spontaneo”. Oggi “stiamo facendo un passo indietro e c’è ancora una distinzione tra l’istituzione e chi la vota”.
“I rapporti tra Lega e Udc? Divisi non si ottiene nulla”
I tempi in cui Bignasca e Rusconi erano alla testa, rispettivamente, di Lega e Udc, portarono alla storica elezione di 3 consiglieri nazionali Lega-Udc nel 2011. Oggi, invece, quella stessa alleanza mostra qualche crepa, con Marchesi che ambisce a entrare in governo nonostante due uscenti leghisti. “Penso che si potesse progettare con più pacatezza, mettendosi d’accordo su chi dovesse fare cosa e quando”. Si è entrati un po’ “in linea di collisione e per chi come me la pensa di centrodestra, questo non è un bene, perché senza UDC e Lega messi assieme, che rappresentano un 30%, non si può ottenere nulla. Divisi sono perdenti”.