
Gli ex dirigenti della cassa malattia KBV, fallita nel 2003 in seguito allo scandalo degli "assicurati inesistenti", sono stati condannati dal tribunale distrettuale di Winterthur a pene che vanno fino a quattro anni e mezzo di carcere senza sospensione condizionale. I due principali imputati sono stati ritenuti colpevoli di truffa, appropriazione indebita, falsità in documenti e riciclaggio di denaro. Stando alla sentenza pubblicata oggi, l'ex direttore dovrà scontare una pena detentiva di quattro anni e mezzo senza condizionale, l'ex responsabile delle vendite quattro anni non sospesi. All'ex capo delle finanze e a quello della divisione risarcimento danni sono stati inflitti rispettivamente tre e due anni sospesi con la condizionale, grazie alle confessioni fatte durante il processo tenutosi il mese scorso. I quattro hanno inventato l'esistenza di 2040 assicurati di età fra i 66 e i 91 anni, al solo scopo di ottenere soldi dal fondo di compensazione dei rischi della LAMal. In questo modo la cassa malattia ha ricevuto, fra il 2001 e il 2003, più di 27 milioni di franchi. Essi hanno inoltre intascato, a danno della KBV, 9,54 milioni di franchi. La scandalo venne alla luce nel luglio 2003. A scoprire le irregolarità fu l'Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS), che in seguito ad una revisione sporse denuncia. Costretta a rimborsare i soldi incassati grazie agli assicurati inesistenti, la KBV dovette dichiarare fallimento. I suoi affiliati e gran parte dei dipendenti furono assorbiti a partire da luglio 2004 da Helsana. ATS
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