Svizzera
Vignetta razzista, condanna definitiva per giovani UDC
Immagine nilsfiechter.ch
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Keystone-ats
3 anni fa
I copresidenti del partito Nils Fiechter e Adrian Spahr avevano diffuso quattro anni fa una caricatura controversa sugli “zingari” sui social network. Dopo aver ricorso a tutte le istanze, sono stati condannati in maniera definitiva dai giudici di Mon Repos

Il Tribunale federale (TF) ha confermato la condanna dei due copresidenti dei Giovani UDC bernesi Nils Fiechter e Adrian Spahr per discriminazione razziale.

L’illustrazione controversa

Prima delle elezioni cantonali del marzo 2018, i due avevano pubblicato su Facebook una caricatura intitolata “Eleggere candidati Giovani UDC - Evitare piazze di transito per zingari”. L’illustrazione mostrava in particolare uno svizzero vestito con un costume tradizionale che si tappa il naso davanti a un mucchio di spazzatura accanto a un insediamento di roulotte; sullo sfondo si poteva vedere una persona di carnagione leggermente scura che faceva i propri bisogni all’aperto. L’immagine era sormontata dal testo “Spese milionarie per la costruzione e il mantenimento, sporcizia, escrementi, chiasso e furto, ecc. Contro la volontà della popolazione comunale”. In calce all’immagine era riportato il testo “Diciamo NO alle aree di sosta per zingari stranieri”.

Partite le denunce contro Fiechter e Spahr

La caricatura sotto accusa prendeva spunto da quanto avvenuto nell’estate del 2017, quando centinaia di nomadi avevano stazionato nel comune bernese di Wileroltigen. Ciò aveva creato malumori e tensioni tra la popolazione locale, soprattutto perché in quel periodo le autorità stavano progettando un’area di transito attrezzata per nomadi stranieri nel comune. L’Associazione sinti e rom Svizzera (VSRS), sostenuta dall’Associazione per i popoli minacciati (APM), aveva poi sporto denuncia penale contro Fiechter e Spahr perché a suo avviso l’inserzione violava la norma penale contro il razzismo.

Fiechter e Spahr ricorrono fino al Tribunale federale

Inizialmente il Ministero pubblico bernese aveva condannato i due con un decreto d’accusa, ma Fiechter e Spahr avevano deciso di ricorrere al Tribunale regionale, che nel gennaio 2019 li ha riconosciuti entrambi colpevoli e ha inflitto loro a una pena pecuniaria di 30 aliquote giornaliere, per un totale di 3’300 franchi per il primo e 3’600 franchi per il secondo. In seguito a un altro appello, il Tribunale cantonale nel dicembre 2019 li ha condannati a 30 aliquote giornaliere per complessivamente 4’800 franchi (Fiechter) e 3’600 (Spahr). Dopo un ulteriore ricorso al Tribunale federale, i giudici losannesi - con tre voti contro due - li hanno a loro volta ritenuti colpevoli oggi in un’udienza pubblica.

La sentenza dei giudici di Mon Repos

“Contrariamente alla tesi dei ricorrenti, occorre concludere che il termine ‘zingari stranieri’ impiegato configura un’etnia nel senso del reato di discriminazione razziale”, si legge in un comunicato del TF. Difatti, “sulla base degli elementi scritti e figurativi della pubblicazione si deve ritenere che il concetto è inteso dal destinatario medio come un insieme per Rom e Sinti e quindi come dei gruppi etnici”. “La libertà di espressione dei ricorrenti non è lesa dalla loro condanna. È palese che, nel quadro del confronto politico, si possono esprimere critiche a eventuali disfunzioni. Il reato di discriminazione razziale non è in tal senso già adempiuto allorquando ci si esprime negativamente su di un gruppo tutelato dalla normativa - viene sottolineato -. Con il messaggio centrale secondo cui gli “zingari stranieri” sarebbero generalmente sporchi, nauseabondi e criminali, non vengono però esposte in modo oggettivo disfunzioni esistenti, risultando invece denigrato e discreditato in maniera generalizzata il gruppo interessato”.

Le reazioni

Fiechter e Spahr hanno indicato ai media a Losanna di accettare la sentenza, parlando tuttavia di “un giorno nero per la libertà d’opinione”. In una nota l’Associazione per i popoli minacciati si è detta invece molto soddisfatta: anche durante una campagna elettorale va osservato un minimo di rispetto e decoro.

(Sentenze 6B_636/2020 e 6B_637/2020)

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