Svizzera
Via libera alla metro delle merci
Keystone-ats
2 anni fa
Il Nazionale approva il progetto “Cargo sous terrain” che prevede la costruzione di una rete di gallerie di 500 chilometri per il trasporto delle merci sotto l’Altipiano. La Confederazione però non finanzierà ne gestirà l’opera

Via libera alla “metropolitana merci” sotto l’Altopiano. Eliminando l’ultima divergenza che ancora l’opponeva agli Stati, il Nazionale ha adottato la nuova Legge federale sul trasporto di merci sotterraneo che ha lo scopo di fornire un quadro giuridico al progetto. Il dossier è così pronto per le votazioni finali.

Fra le principali città dell’Altipiano
Il progetto Cargo sous terrain (CST) prevede la realizzazione di una galleria a tre corsie in funzione 24 ore su 24, che collegherà importanti centri logistici dell’Altopiano. La rete di tunnel si estenderà per circa 500 chilometri e dovrebbe essere conclusa attorno al 2045. La prima tappa del progetto è la tratta compresa fra Härkingen-Niederbipp e Zurigo, lunga 70 km.

Tutto automatizzato
Le merci, che viaggeranno a una velocità di 30 km/h, saranno immesse e ritirate in modo completamente automatizzato attraverso pozzi dotati di montacarichi. I costi complessivi si situerebbero attorno ai 30-35 miliardi di franchi.

Partecipazione a maggioranza svizzera
La nuova legge prevede la necessità di una partecipazione a maggioranza svizzera per l’intera durata di vita dell’infrastruttura. Questa sarà integrata nel Piano settoriale dei trasporti come parte a sé stante. I gestori saranno tenuti al principio di non discriminazione: dovranno adempiere al proprio obbligo di trasporto fornendo a tutti pari condizioni di accesso.

Confederazione non coinvolta
Tra gli azionisti di CST figurano FFS Cargo, Swisscom, La Posta, l’aeroporto di Zurigo, la banca cantonale di Zurigo, La Mobiliare, Helvetia, Coop, Migros, Manor, Implenia, Holcim e i gruppi di logistica Rhenus e Panalpina. La Confederazione non parteciperà al finanziamento della costruzione e dell’esercizio degli impianti.

Appianate le divergenze tra le Camere
La divergenza appianata oggi riguardava la questione dell’esproprio. Finora la Camera del popolo aveva sempre voluto che la procedura di espropriazione venisse applicata non solo se sono falliti i tentativi mediante trattative private o ricomposizione particellare, ma anche “se gli interessi della Confederazione o di imprese parastatali non sono pregiudicati in modo essenziale”. Gli Stati si sono sempre opposti a questa precisazione, che favorirebbe La Posta e le FFS. E oggi il Nazionale ha ceduto (con 99 voti a 85).

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