Svizzera
Verso il 2G, ma no a chiusure
Lara Sargenti
4 anni fa
Il Consiglio federale deciderà oggi sui nuovi provvedimenti per arginare il coronavirus. Non dovrebbe imporsi la regola del 2G+, con l’obbligo di un test negativo per accedere a bar o discoteche anche per vaccinati o guariti

Il numero di contagi da Coronavirus in Svizzera, in questi giorni, sembra essere stabile, ma lo è a livelli elevati. I dati parlano chiaro: secondo gli esperti, se non si interviene, in breve tempo gli ospedali potrebbero subire una pressione difficilmente gestibile. È il motivo per il quale il Consiglio federale si appresta a mettere in campo un nuovo giro di vite. Dopo la consultazione tra i cantoni, conclusasi martedì, novità sono attese per oggi.

Verso il 2G, no al 2G+
Stando alla stampa d’oltralpe, tra i vari scenari ipotizzati, il direttore del Dipartimento della sanità propenderebbe per l’introduzione del pass 2G (valido per vaccinati o guariti) e per un ritorno all’obbligo del telelavoro. Quest’ultimo punto sarebbe ancora oggetto di discussione in Governo, con i Consiglieri federali democentristi particolarmente critici verso questa misura, per cui vorrebbero solo una forte raccomandazione.
I Cantoni, in generale, sembrano essere pronti al scenario 2G: in fase di consultazione, quasi tutti hanno sostenuto l’ipotesi di un inasprimento, opponendosi però alla possibilità di una linea dura con un parziale confinamento, previsto nella seconda variante proposta dal Governo. Secondo indiscrezioni del Blick, Berset vorrebbe anche rendere obbligatorio l’uso della mascherina e la consumazione da seduti nei locali pubblici. Non dovrebbe imporsi, invece, la regola del 2G+, con l’obbligo di un test negativo per accedere a bar o discoteche anche per vaccinati o guariti.

Le altre misure
Per quanto concerne gli incontri privati, il Consiglio federale potrebbe propendere per una raccomandazione urgente, piuttosto che per un obbligo, di limitare a cinque gli incontri, se in presenza di persone non vaccinate con più di 16 anni. Sul fronte scolastico, la mascherina potrebbe tornare obbligatoria dal livello secondario superiore, ovvero nei licei e nelle scuole professionali. Non passerebbe invece l’insegnamento a distanza nelle università e scuole universitarie.
Ciò che invece è quasi certo è che i costi dei test verranno riorganizzati, come deciso dal Parlamento, che ha approvato il ritorno alla gratuità dei tamponi in un’ampia gamma di casi. Questo, perlomeno, è quanto ipotizzano i quotidiani nazionali: un’ufficialità si avrà in giornata, quando si esprimerà il Consiglio federale.

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