Giudiziaria
Vaud, consigliera di stato sotto inchiesta per abuso d'autorità
© Wikimedia - CC BY-SA 4.0
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Ats
5 ore fa
Valérie Dittli, ex "ministra" delle finanze cantonali avrebbe chiesto l'annullamento di imposte di contribuenti facoltosi soggetti allo scudo fiscale. Il Cantone: "Non è stata annullata alcuna imposta".

La consigliera di Stato vodese Valérie Dittli (Centro) è oggetto di un'indagine penale per abuso di autorità in relazione alla pratica dello scudo fiscale nel canton Vaud. Dittli afferma di accogliere questo procedimento come "un'opportunità per accertare i fatti". Si tratta di una "tappa attesa" nella procedura, hanno comunicato in serata le stesse autorità cantonali nel darne notizia.

L'inchiesta

Tale inchiesta è stata aperta dal procuratore generale Eric Kaltenrieder per abuso di autorità, in seguito alle dichiarazioni secondo cui l'ex "ministra" delle finanze cantonali avrebbe chiesto l'annullamento di imposte di contribuenti facoltosi soggetti allo scudo fiscale. Dittli, che gode della presunzione di innocenza, dichiara di offrire "tutto il suo aiuto e la sua collaborazione alla giustizia per stabilire i fatti". Si dice inoltre rallegrata del fatto che il procuratore generale non menzioni alcun "elemento accertato" riguardo alla violazione del segreto d'ufficio, un altro sospetto che è stato avanzato in questo dossier oltre all'abuso d'autorità. Valérie Dittli è stata chiamata in causa nei mesi scorsi da due rapporti (redatti da Jean Studer e François Paychère), in particolare per il fatto che avrebbe chiesto di annullare delle tasse a seguito di un cambiamento di prassi dello "scudo fiscale". La consigliera di Stato ha sempre negato queste accuse.

La posizione del Cantone

Questa sera, nel suo comunicato, il Cantone afferma che durante il suo mandato non è stata annullata alcuna imposta e che "tutti i contribuenti hanno pagato le tasse in conformità con la legislazione vigente". In un contesto di mancanza di informazioni evidenziato dalle relazioni di Studer e Paychère, "Dittli ha soprattutto l'impressione di aver dovuto operare in una stanza immersa nell'oscurità e di aver cercato di accendere la luce", aggiunge la nota. È convinta di aver sempre agito nell'interesse del Cantone e di aver cercato soluzioni costruttive nel rispetto della parità di trattamento. Dittli ha dichiarato di aver informato l'Ufficio del Gran Consiglio "della sua volontà di ottenere l'autorizzazione di aprire un'inchiesta, e di poter così far valere tutti i suoi diritti". Finora la consigliera di Stato non è stata sentita su questo punto. Si è detta "pienamente impegnata a collaborare per una maggiore trasparenza in questo dossier".