Svizzera
Vaccino: “Copertura di almeno 12 mesi”
Durante il classico infopoint da Berna l’Ufsp ha indicato il raddoppio della protezione rispetto a quanto stimato all’inizio

Oggi da Berna si è tenuto il classico punto stampa dell’Ufficio federale di sanità pubblica. Sempre presente Virginie Masserey ha aperto la conferenza con un’analisi positiva della situazione epidemiologica: l’incidenza di 14 giorni in Svizzera è scesa drasticamente a 60. La situazione così positiva rallenta anche il ritmo delle conferenze, queste si svolgeranno da oggi in poi ogni due settimane.

Ritmo di vaccini “al di sopra della media”
Masserey ha indicato che la campagna di vaccinazione in Svizzera sta andando bene e nel confronto europeo “siamo al di sopra della media”. Un terzo degli adulti – ha detto – è vaccinato. Nel mese di giugno sono previste le maggiori consegne di vaccini e per questo motivo in questi giorni le autorità cantonali stanno diramando molti appuntamenti. L’Ufsp – ha sottolineato Masserey – non prevede di effettuare il richiamo prima del 2022.

Copertura di almeno un anno
Secondo quanto riportato in conferenza stampa la Commissione federale per le questioni relative alla vaccinazione, dopo aver analizzato gli studi, è giunta alla conclusione che la protezione del vaccino avrebbe la durata di almeno 12 mesi. Un raddoppio della protezione originariamente stimata. L’Ufsp prevede che la protezione vaccinale estesa sarà riconosciuta anche in altri paesi europei, “potrebbe unificare anche il certificato Covid”. Masserey, inoltre, ha anche confermato che i Certificati Covid dovrebbero arrivare entro i tempi stimati: chi lo desidera lo riceverà entro la fine del mese.

“Atto di solidarietà”

Rudolf Hauri, medico cantonale di Zugo, ha esortato alla prudenza ma ha anche elogiato le capacità di vaccinazione sviluppate nei Cantoni. “Promuovere la vaccinazione è un atto di solidarietà ed è positivo per l’economia e l’istruzione”, sottolinea Hauri. Capita che gli appuntamenti non vengano rispettati, ma non si tratta di un’espressione di rifiuto della popolazione. I motivi sono infatti molteplici: “Vacanze, dimenticanza, ragioni professionali, un precedente contagio”, ha detto Hauri. Per il medico, anche se rimangono delle incognite, si può essere ottimisti e ci sono le basi per trascorrere una bella estate e un autunno stabile. “Anche dal punto di vista economico siamo in una buona situazione, grazie soprattutto alle misure di sostegno”, ha poi messo in risalto Jan-Egbert Sturm, membro della task force nazionale. Secondo l’economista, in parte la gente è riuscita a risparmiare, soldi che ora vuole spendere. Nell’insieme la seconda ondata è stata superata bene, tuttavia alcuni settori, come i trasporti e la ristorazione, soffrono tuttora per la crisi, ha affermato Sturm.

Variante Delta
Buone notizie quindi, ma ciò non significa che si possa abbandonare la prudenza, ha ammonito Masserey: molti svizzeri non sono ancora vaccinati completamente, il Covid circola ancora nel mondo e resta lo spettro di possibili mutazioni. “Le varianti del virus sono rare in Svizzera”, ha proseguito Masserey. Ma quella denominata Delta (e precedentemente etichettata come “indiana”) resta uno spauracchio. “Dobbiamo assolutamente tenerla sotto controllo”. Tale mutazione sta spopolando nel Regno Unito, meno nell’Europa continentale. Oltre ai maggior legami con l’India, ciò potrebbe essere spiegabile con la strategia di vaccinazione dei britannici, che prevede una prima dose subito per tutti con il rinvio della seconda, ha ipotizzato Sturm. Solo un’immunizzazione completa permetterebbe infatti di tenere sotto controllo questa temibile variante.

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