Mozione
Un’imposta per il traffico di transito per proteggere le regioni alpine
© Chiara Zocchetti
© Chiara Zocchetti
Redazione
6 ore fa
La mozione depositata da Alleanza trasversale - nello specifico da cinque consiglieri e consigliere nazionali di tutti i principali gruppi parlamentari, insieme a un consigliere agli Stati - prevede un pedaggio solo per chi attraversa la Svizzera senza contribuire alla sua economia.

Il traffico turistico di transito grava sempre più sulle regioni alpine svizzere. Inizia così il comunicato rilasciato da Alleanza trasversale, che chiede di istituire un pedaggio di transito dipendente dal traffico per chi attraversa la Svizzera da frontiera a frontiera senza una sosta rilevante. Per rispondere a questa crescente pressione, cinque consiglieri e consigliere nazionali di tutti i principali gruppi parlamentari, insieme a un consigliere agli Stati, hanno depositato oggi una mozione identica che incarica il Consiglio federale di elaborare un’imposta di transito (IT) mirata. "L’obiettivo» si legge nel comunicato «è regolare il traffico di transito, alleggerire le regioni alpine e garantire il finanziamento delle infrastrutture".

Una risposta comune a un carico crescente

La proposta nasce da una constatazione evidente: gli assi nord-sud, in particolare il traforo del Gottardo (ad esempio i 20 km di coda durante il fine settimana di Pentecoste), sono spesso paralizzati da lunghe code durante i week-end e le vacanze. Come riportato nella nota: "Le mozioni precedenti di Gredig, Stadler e Jauslin (23.3610–12), trattate il 6 maggio 2025 e miranti all’introduzione di un pedaggio variabile, sono state respinte dal Consiglio nazionale solo grazie al voto decisivo della presidente. Questo dimostra che la volontà politica di trovare soluzioni esiste – e il nuovo tentativo si fonda su una base giuridica diversa e suscettibile di maggior sostegno".

Un’imposta conforme alla Costituzione, mirata e compatibile con il diritto internazionale

Secondo quanto riportato nel comunicato "la mozione si basa sull’articolo 82 capoverso 3 e sull’articolo 84 capoverso 1 della Costituzione federale: articoli che permettono l’introduzione di eccezioni al principio della gratuità delle strade pubbliche quando si tratta della protezione dello spazio alpino". L’imposta colpirebbe solo il traffico strale motorizzato di tranito puro – ovvero chi attraversa la Svizzera da un confine all’altro – senza una sosta significativa. Il traffico interno, infatti, così come quello con origine o destinazione in Svizzera, non ne sarebbe toccato.

Compatibilità con l’Accordo sulla libera circolazione (ALC) e l’Accordo sui trasporti terrestri (ATT)

Il pedaggio di transito non violerebbe alcuna disposizione degli accordi bilaterali con l’UE:

·      L’ALC disciplina solo i diritti delle persone in materia di entrata, uscita, soggiorno e attività lucrativa, ma non il semplice transito di veicoli privati. Il traffico di transito non rientra pertanto nel suo campo di applicazione.

·      L’ATT liberalizza il mercato del trasporto di merci e passeggeri su strada e rotaia, ma riguarda esclusivamente le prestazioni di trasporto commerciali – quindi non il traffico individuale privato. Un’imposta sul transito privato non è quindi vietata.

·      Inoltre, resta garantito il divieto di discriminazione: l’imposta non si basa sulla nazionalità o provenienza, bensì viene riscossa secondo criteri oggettivi come l’itinerario, l’orario e la densità del traffico.

Un fronte comune tra i Cantoni più colpiti

A sostenere la mozione sono cinque membri del Consiglio nazionale di tutte le principali forze politiche. Tutti rappresentano Cantoni particolarmente colpiti dal traffico di transito lungo gli assi nord-sud: Paolo Pamini (UDC/TI), Bruno Storni (PS/TI), Simon Stadler (Centro/UR), Simone Gianini (PLR/TI) e Greta Gysin (Verdi/TI). Al Consiglio degli Stati, Marco Chiesa (UDC/TI) presenterà una mozione identica, firmata da vari membri del Consiglio.

Le parole dei sostenitori

Nel comunicato sono riportate le osservazioni dei sostenitori, che verranno qui brevemente sintetizzate. Paolo Pamini definisce la mozione come "un classico uovo di Colombo poiché offre una via d’uscita suscettibile di ampio consenso dall’impasse politica sul traffico di transito attraverso le Alpi", che unisce pragmatismo ed elementi giuridici solidi, salvaguardando la gratuità per i viaggiatori interni e i turisti che contribuiscono all’economia locale. Bruno Storni sottolinea la necessità di regolare il traffico con strumenti dinamici, come già avviene in molte città europee: "Molte città europee regolano l’accesso ai loro centri sovraccarichi con strumenti dinamici di 'road pricing' o restrizioni: anche noi dobbiamo essere in grado di adottare misure simili per ridurre drasticamente le code". Simon Stadler si riferisce alla mozione e all’imposta come una misura fondamentale per tutelare la qualità della vita nei villaggi urani: "È ora di dirigere il traffico in modo efficace da confine a confine, per alleggerire la popolazione dagli effetti negativi del traffico di passaggio"; mentre Simone Gianini ritiene la tassa di transito proposta come una valida alternativa ai pedaggi alpini più controversi (respinta di recente in Consiglio nazionale: "Una soluzione sostenibile sotto diversi aspetti: per ridurre i picchi di traffico durante le vacanze a favore degli automobilisti locali; per apportare fondi supplementari al fondo per le strade nazionali, che deve trovare nuove fonti di finanziamento con il passaggio all’elettromobilità; e come alternativa valida a una proposta interna, criticata per diversi motivi, di pedaggi ai passi e tunnel alpini".

Chiesa: "La Svizzera non è una striscia d’asfalto da sfruttare"

Greta Gysin evidenzia invece il beneficio ambientale in termini di riduzione di rumore e inquinamento: "Proprio in Ticino sentiamo in modo particolare il peso del traffico di transito – non solo sotto forma di code, ma anche per il rumore e l’inquinamento atmosferico. Non si tratta di vietare il transito, bensì di gestirlo in modo intelligente. Le regioni alpine e in particolare i Cantoni di confine hanno urgente bisogno di un alleggerimento. Questa idea merita una valutazione seria". Infine, Marco Chiesa, promotore della mozione al Consiglio degli Stati, dichiara che "la Svizzera non è una striscia d’asfalto da sfruttare. Purtroppo, troppo spesso il nostro Paese è costretto a subire costi ambientali, infrastrutturali e sociali di un traffico che non porta alcun beneficio. Non saranno penalizzati né i cittadini svizzeri né chi sceglie di visitare il nostro Paese: chi si ferma, chi consuma, chi apprezza la Svizzera non dovrà versare alcun contributo. Ma a chi ci attraversa senza lasciare nulla, va chiesto di partecipare almeno ai costi che genera. Un nuovo tentativo – sobrio, equilibrato e compatibile con l’Europa".

Una proposta valida e sostenibile

"Con questa nuova mozione, l’Alleanza trasversale propone una via giuridicamente solida e ineccepibile dal punto di vista della politica europea. Il pedaggio serve alla protezione delle Alpi senza violare obblighi internazionali. Crea incentivi di regolazione, riduce i picchi di traffico e permette di coprire i costi infrastrutturali secondo il principio di causalità" si legge nella nota rilasciata alla stampa.