
In Svizzera le vittime della tratta di esseri umani non sono sufficientemente protette e non godono di sufficienti diritti. Lo sostengono quattro Ong che lanciano una nuova rete nazionale in vista, domenica, della giornata europea contro la tratta degli esseri umani.
La Plateforme Traite deve permettere di aumentare la protezione delle vittime, hanno indicato oggi a Berna le organizzazioni fondatrici: Antenna MayDay Ticino, il Centro sociale protestante (CSP) Ginevra, ASTREE e FIZ Servizio specializzato in materia di tratta e migrazione delle donne. Nel 2019 le quattro organizzazioni hanno fornito consulenza e assistito circa 400 vittime della tratta di esseri umani.
Nonostante in Svizzera siano stati fatti “grandi progressi” nella lotta contro la tratta di esseri umani, è necessario continuare ad adoperarsi per proteggere le vittime e difendere i loro diritti stabiliti dalle convenzioni internazionali, hanno sottolineato le Ong. La piattaforma mette in rete gli attori rilevanti e sviluppa azioni politiche, di lobbying e di sensibilizzazione, hanno precisato.
Armonizzazione delle misure
La Plateforme Traite invita Confederazione e Cantoni ad adottare misure per armonizzare l’applicazione e il trattamento dei mezzi di protezione in tutta la Svizzera. Le organizzazioni specializzate nell’identificazione, nella consulenza e nella protezione delle vittime devono essere coinvolte il più presto possibile in tutti i casi e in tutti i Cantoni. Inoltre il finanziamento dei servizi di queste organizzazioni deve essere garantito. Un’altra misura richiesta è che le vittime, sfruttate all’estero e fuggite in Svizzera, debbano aver accesso a un sostegno e a una protezione, in particolare quelle che si trovano nel sistema d’asilo. Le Ong chiedono anche che le espulsioni nell’ambito del Regolamento Dublino II non vengano effettuate in caso di sospetto di tratta.
Diritto penale
Infine, secondo le Ong, sono necessarie risorse supplementari per sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sul fenomeno della tratta di esseri umani, soprattutto quando in caso di sfruttamento della forza lavoro. Per comprendere meglio questo tipo di situazione, il diritto penale svizzero dovrebbe essere applicato secondo l’articolo 4 della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta degli esseri umani. Secondo le Ong, questo articolo fa riferimento all’”abuso di una situazione di vulnerabilità”. Esse ritengono che il reato di sfruttamento della forza lavoro porti difficilmente a delle condanne in Svizzera in quanto “il diritto penale non definisce chiaramente i mezzi per la tratta di esseri umani”.
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