
Ricevere link tramite mail o SMS implica sempre una certa prudenza, specie se non si è in attesta di comunicazioni o spedizioni. Le truffe, che siano fisiche o online, sono sempre più frequenti e i malintenzionati sembrano avere una certa immaginazione nell'escogitare metodi sempre più realistici per estorcere denaro a chi, solitamente, non presta particolare attenzione ai dettagli. Questa volta è il turno di PostFinance, che tramite un post su X ha dovuto avvisare i suoi utenti di possibili tentativi di phishing: una lettera inviata ai clienti di PostFinance con tanto di codice QR da scansionare, con l'aspetto in tutto e per tutto di una vera lettera del gigante giallo. La lettera si intitola "Necessaria la riattivazione del suo accesso all’e-banking". Tuttavia, si legge sul sito internet ufficiale, "PostFinance non invia questo tipo di lettere".
La truffa
Nello specifico, i truffatori inviano lettere ai clienti Postfinance in carta di alta qualità e affrancate correttamente, con toni che appaiono decisamente urgenti. In sostanza, nella lettera viene chiesto al cliente di riattivare l'accesso al proprio e-banking tramite una semplice scansione del codice QR riportato nella missiva. Ma una volta scansionato, il codice in questione riporta ad una pagina web differente da quella dell'accesso al proprio conto di PostFinance, da cui i truffatori ottengono poi l'accesso ai conti tramite l'inserimento dei propri dati. Ad aver ricevuto una lettera simile - riporta il Blick - c'è anche la SSR. PostFinance ha quindi avvisato gli utenti di prendere subito contatto con loro nel caso siano cascati nel tranello.
Banche, ma non solo
Ma il settore bancario non è l’unico ad essere sempre più alle prese con le truffe di phishing. In queste ultime settimane era anche diventato virale il caso delle truffe sulla piattaforma immobiliare Homegate, dove venivano pubblicizzati appartamenti e case a prezzi decisamente convenienti per le quali si chiedeva un acconto. Tuttavia, anche se le fotografie pubblicate erano reali, gli appartamenti in realtà o non esistevano o non erano affittabili. I soldi versati sono dunque spariti assieme al finto inserzionista. Stessa cosa su Ainbnb e Booking.com, sempre più sollecitati da segnalazioni di truffe.