Democrazia
Un partito non piace? Più di uno svizzero su tre pronto a escluderlo dalle elezioni
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Keystone-ats
un giorno fa
È il preoccupante risultato di uno studio commissionato dalla Società svizzera di utilità pubblica.

Il 38% degli aventi diritto di voto in Svizzera ritiene che sarebbe meglio per il paese se il partito personalmente ritenuto più antipatico fosse escluso dal processo politico, ossia non potesse più partecipare alle elezioni o alle votazioni. E il 35% è favorevole anche a un'esclusione dai dibattiti e dai media. Il dato emerge da uno studio pubblicato oggi da Pro Futuris, un laboratorio d'idee lanciato nel 2022 dalla Società svizzera di utilità pubblica (SSUP), cioè l'organizzazione che fra l'altro gestisce il Grütli, e da Mercator Svizzera, una fondazione che afferma di finanziare progetti orientati al bene comune e per avviare un cambiamento sistemico.

Elettori Udc poco flessibili

Il dialogo è comunque apprezzato, perlomeno in teoria: il 76% della popolazione considera prezioso il confronto con chi ha idee diverse. La disponibilità al compromesso è fra l'altro favorita dalla fiducia nel governo e nei media, dalla soddisfazione per la democrazia e dal volontariato. Secondo l'analisi le persone con una - nel comunicato non meglio precisata - "forte polarizzazione affettiva" o una preferenza per l'UDC sono in media meno disposte a scendere a compromessi politici.

"Contraddizione" della democrazia

Le democrazie prosperano sul dibattito, hanno bisogno di un terreno comune, affermano gli autori della ricerca, che si basa su un sondaggio condotto nel giugno 2024 interpellando quasi 2600 persone. "L'idea che gli avversari politici non debbano avere un posto al tavolo delle trattative contraddice l'essenza della negoziazione democratica", afferma Ivo Scherrer, capoprogetto di Pro Futuris e coautore dello studio, citato nella nota. "Come società democratica, possiamo plasmare il nostro futuro insieme solo se accettiamo anche i punti di vista opposti. Il fatto che il 38% sia favorevole all'esclusione del partito che ritiene meno simpatico dimostra che anche le regole fondamentali della convivenza democratica non sono indiscusse", sottolinea l'esperto.