Svizzera
Ucraini in fuga, Sem: “Una sfida immensa”
Dal Paese sono fuggiti già tre milioni di persone, ed è un fenomeno del tutto nuovo per l’Europa. In Svizzera circa 8mila registrati. “Moldavia e Romania sono sempre più sovraccariche”

Finora in Svizzera sono stati registrati circa 8’000 rifugiati ucraini. A dirlo in conferenza stampa è il portavoce della Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) Daniel Bach. “Non sappiamo quanti rifugiati ci siano per davvero in Europa”, ha affermato Christoph Curchod, della Segreteria di Stato della migrazione (SEM), aggiungendo che la situazione è poco chiara.

3 milioni in fuga
In poco più di venti giorni di conflitto, dall’Ucraina sono fuggiti tre milioni di persone in cerca di un posto sicuro. Per il responsabile dell’analisi migratoria della Sem, Chistoph Curchod, “si tratta di un fenomeno completamente nuovo per l’Europa”. Ogni giorno circa 100mila ucraini lasciano il Paese ogni giorno. E i paesi vicini come la Moldavia e la Romania sono sempre più sovraccarichi.

La comunità ucraina in Svizzera è piccola
Il numero di rifugiati che giungerà in Svizzera dipende da due parametri: la dimensione della diaspora e la distanza. La comunità degli ucraini che vivono qui da molto tempo, conta circa 15’000 persone. È uno delle più piccole d’Europa ed è importante perché la diaspora aiuta anche a determinare quanto sia attraente un paese per i rifugiati. Sulla base di queste cifre, la SEM continua a presumere che ci saranno da 500 a 1’000 nuovi rifugiati al giorno. Come già detto dalla consigliera federale Karin Keller-Sutter in Svizzera si attendono fino a 50mila profughi.

Modulo sul cellulare senza troppa attesa
“Coloro che cercano protezione possono ora presentare una domanda per lo status di protezione S”, ricorda SEM. Inoltre, da Berna si sta lavorando a uno strumento online che consentirà di compilare e inviare il modulo direttamente sul cellulare.

9mila posti letto
La SEM dispone attualmente di circa 9000 posti di alloggio ed è impegnata nella ricerca di ulteriori disponibilità. Il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) ha già messo a disposizione temporaneamente 1800 posti nelle caserme di Bülach (ZH) e Bure (JU). Tra pochi giorni, andranno ad aggiungersene altri 300 nella piazza d’armi di Glaubenberg (OW). I cantoni stanno facendo altrettanto. La situazione è “accettabile” in Svizzera, ha rilevato davanti ai media Gaby Szöllösy, segretaria generale della Conferenza dei direttori cantonali delle opere sociali (CDOS), aggiungendo che la cooperazione tra i vari attori funziona molto bene, anche se ci sono delle incomprensioni. Ad aiutare, in questo contesto, è anche l’esperienza del 2015 e 2016, quando ci fu un grande afflusso di rifugiati.

Aumentato il personale
Da quando il Consiglio federale ha introdotto lo stato di protezione S, la Segreteria di Stato della migrazione ha costantemente ampliato le sue capacità nei centri d’asilo federali. Attualmente, possono essere registrate più di 1’000 persone al giorno, sette giorni su sette, ha spiegato David Keller, capo del team per la crisi dell’asilo.

“Stiamo facendo del nostro meglio”
Come afferma il capo del team di crisi Keller, le prossime sfide sono già alla porta. “E non sono sicuro di quanto le padroneggeremo bene”, dice. “Ma stiamo facendo del nostro meglio”. Keller presume che sarà necessario più personale, ma è più preoccupato per l’alloggio. “Abbiamo ancora la situazione sotto controllo”, ha sottolineato.

Rifugiati a rischio
I rifugiati corrono sempre il rischio di diventare vittime di reati. “Ad esempio, la tratta di esseri umani, lo sfruttamento sessuale e lo sfruttamento dei lavoratori”, afferma Florian Düblin, Segretario generale della Conferenza dei direttori cantonali di giustizia e polizia. Le autorità sono sensibilizzate a questo e anche la polizia ha aumentato la propria presenza nei punti di arrivo come le stazioni ferroviarie.

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