
Mettersi al volante ubriaco e suonare il clacson in prossimità di un blocco della Polizia non è una delle mosse più geniali da fare. Lo sa bene un automobilista vallesano, da 39 anni in possesso di una licenza di condurre valido per diverse categorie, dai motoveicoli agli autoveicoli adibiti al trasporto di persone, che era stato pizzicato alle 3.15 del mattino del 19 agosto 2017 mentre procedeva in direzione di Sierre.
L’uomo non era stato in grado di sottoporsi al test dell’etilometro e si era opposto al prelievo di sangue. Preso atto di questo episodio e dei sette precedenti per guida in stato di ebrezza a suo carico, il 3 ottobre successivo il Servizio della circolazione aveva deciso di revocargli la patente a tempo indeterminato. La decisione era stata confermata su ricorso sia dal Consiglio di Stato sia dal Tribunale cantonale vallesano e l’automobilista aveva tentato di ribaltare tutto con un ricorso al Tribunale federale (TF). La vicenda aveva avuto anche immancabili risvolti penali: il 6 novembre 2017 il Ministero pubblico lo aveva infatti condannato a una pena pecuniaria di 90 aliquote giornaliere e a una multa di 300 franchi.
Nel suo ricorso al TF l’uomo aveva spiegato di non essersi potuto difendere adeguatamente su due fronti, quello penale e quello amministrativo, e di aver rifiutato il prelievo di sangue per via del dolore che l’ago gli avrebbe provocato.
I giudici di Mon Repos non l’hanno però… bevuta. Visti i precedenti, ha concluso la Corte, l’uomo era ben cosciente delle conseguenze in caso di esito positivo del test con l’etilometro oppure del prelievo di sangue. “La sua giustificazione è piuttosto da intendersi come un tentativo di evitare i controlli”, si legge nella sentenza del 20 maggio scorso, pubblicata oggi. La Corte ha inoltre evidenziato come l’ultimo ritiro di patente risalisse al 2014 e per gli stessi motivi: dipendenza dall’alcol e rifiuto di sottoporsi ai controlli. La licenza gli era stata restituita dopo 24 mesi “ma questo non gli ha impedito di ricascarci”.
Il ricorso è stato dunque respinto e l’incauto automobilista dovrà farsi carico di 1'000 franchi di spesse giudiziarie.
(Sentenza 1C_496/2018 del 20 maggio 2019)
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