Svizzera
“Troppo presto per revocare le misure”
Patrick Mathys dell’UFSP
Patrick Mathys dell’UFSP
Keystone-ats
2 anni fa
Lo ha dichiarato Patrick Mathys durante il punto stampa degli esperti. “Non abbiamo ancora raggiunto il picco, occorre ancora cautela”

Il picco dell’ondata Omicron non sembra essere ancora raggiunto e revocare adesso le misure è ancora troppo presto. Lo ha evidenziato Patrick Mathys, capo della sezione Gestione delle crisi e cooperazione internazionale dell’Ufficio federale della sanità (UFSP), durante il punto stampa odierno della Task-Force, rispondendo in modo diretto alle richieste avanzate oggi da un’alleanza di associazioni economiche, che chiedono di revocare i provvedimenti restrittivi decisi dal Consiglio federale.

La situazione epidemiologica nel paese
“La diffusione di Omicron continua a progredire e rapidamente”, ha sottolineato Mathys. I ricoveri ospedalieri sono stabili da inizio dicembre e leggermente in calo da inizio anno. Tuttavia, circa 80 pazienti vengono ricoverati in media ogni giorno in ospedale. Inoltre, le infezioni giornaliere continuano a salire. “La Svizzera è ancora uno dei paesi con la più alta incidenza in Europa”. Ci sono differenze regionali, ma Omicron rappresenta il 90% delle infezioni a livello nazionale. Attualmente ci sono 220 pazienti nelle terapie intensive, un numero ancora elevato. Benché il numero di ricoveri non sia aumentato come ci si sarebbe potuti aspettare e la maggior parte dei pazienti sia stata infettata dalla Delta, la variante Omicron non deve essere sottovalutata. Mathys presuppone che ogni giorno circa 100’000 persone contraggono il virus e che il numero di casi non segnalato sia alto. Un allentamento delle misure, in questo momento, porterebbe a un’accelerazione del tasso di infezione. “Una certa cautela è ancora appropriata al momento”, ha concluso Mathys.

La circolazione del virus mai così elevata
Anche Urs Karrer, vicepresidente della task force scientifica Covid-19, ha parlato dell’alto numero di contagi non segnalati. “In una settimana da 700mila fino a 950mila persone si sono infettate, ciò che corrisponde al 10% della popolazione”. La circolazione del virus è attualmente la più elevata dall’inizio della pandemia ed è difficile dire se il picco verrà presto raggiunto. In Ticino, ha aggiunto Karrer, il numero di casi sembra in leggera diminuzione rispetto al resto del paese.

Riduzione della quarantena
Circa la riduzione della quarantena e dell’isolamento a cinque giorni, Karrer ha detto che la decisione del Consiglio federale è giustificata, ma che c’è il rischio che la trasmissione del virus possa avvenire anche dopo i cinque giorni. “Questo rischio può essere ridotto se si seguono misure protettive per altri cinque giorni”, ha spiegato. Rimanere in isolamento se si hanno i sintomi, avere meno contatti possibili e se ve ne sono, indossare una mascherina, ed evitare di frequentare luoghi come ospedali.

Omicron, la sottovariante non preoccupa
In merito alla sottovariante di Omicron, Karrer ha sottolineato che quest’ultima è stata rilevata dieci volte finora in Svizzera. Ci sono indicazioni che questo ceppo si stia diffondendo ancora più velocemente di Omicron, ha aggiunto, specificando però che non ci indizi che tale variante sfoci in un decorso più grave della malattia. “Si sospetta che l’immunità protegga anche dalla sottovariante”, ha affermato il vicepresidente della Task Force. Per questo, chi non ha ancora ricevuto una dose di vaccino negli ultimi quattro mesi dovrebbe farlo ora.

Molte aziende toccate dalla mancanza di personale
Jan-Egbert Sturm, vicepresidente della task force scientifica e professore all’ETH, si è invece soffermato su aspetti economici. Secondo l’esperto, che ha citato un sondaggio effettuato dal KOF nel mese di gennaio, molte aziende risentono della carenza di personale. Il 30 e il 45% degli intervistati afferma che ciò rappresenta un problema. Tuttavia le perdite sono abbastanza contenute e stimate intorno all’1%. “L’economia sta reggendo abbastanza bene nella situazione attuale”, ha sottolineato Sturm.

Bambini, i decorsi non sono gravi
Ci sono anche casi di ricoveri di bambini, ma i decorsi non sono gravi, ha affermato Mathys. Al momento, i progressi nelle vaccinazioni per i più piccoli non solo tali da poter essere epidemiologicamente efficaci, ha aggiunto dal canto suo Karrer. I tassi di infezione tra i bambini piccoli sono relativamente alti perché la loro immunità è ancora molto bassa. Karrer ha anche sottolineato che la situazione nelle scuole e in altre strutture di assistenza è abbastanza complicata. Tuttavia, la situazione non cambierà semplicemente col calo delle infezioni. A suo parere, la tenuta delle lezioni sarebbe senz’altro più facile se i bambini non fossero costantemente infettati. Per questo ha ancora senso vaccinare i bambini.

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