Svizzera
Task force e pediatri: “Vacciniamo rapidamente i bimbi”
© CdT/ Chiara Zocchetti
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Keystone-ats
4 anni fa
Per loro resta importante mantenere aperte le scuole. Dubbi sull’accettazione nella popolazione della vaccinazione per i bambini

La task force scientifica della Confederazione e i pediatri chiedono che i bambini fra i 5 e gli 11 anni vengano rapidamente vaccinati contro il coronavirus. A loro giudizio invece, prolungare le vacanze scolastiche così da spezzare le catene di infezione avrebbe un’efficacia solo limitata.

In una dichiarazione congiunta pubblicata oggi, gli esperti federali, Pediatria Svizzera e l’Associazione professionale dei pediatri di base concordano sul fatto che è essenziale mantenere le scuole aperte. Questo eviterebbe di bloccare l’educazione e le relazioni sociali dei bambini. Tuttavia, vanno prese misure per limitare la propagazione del virus. Le varianti attualmente in circolazione sono infatti talmente contagiose che prima o poi ogni bambino vi entrerà in contatto, si legge nella nota.

Vaccini sicuri
Stando a esperti e pediatri, i vaccini a mRNA che vengono somministrati in Svizzera hanno dimostrato di essere sicuri e garantiscono un’elevata immunità sia alla fascia 5-11 anni che agli adolescenti dai 12 ai 17. Lo scorso 10 dicembre, Swissmedic ha autorizzato il preparato di Pfizer/BioNTech proprio per i bimbi fra i 5 e gli 11 anni.

Dubbi sull’accoglienza nella popolazione
È difficile prevedere come la vaccinazione di tale categoria verrà accolta dalla popolazione svizzera. Tuttavia, secondo i tre organi è importante che venga introdotta “ampiamente e rapidamente”. Prima i bambini verranno immunizzati e prima si potranno ridurre le infezioni fra di loro, impedendo di conseguenza che la loro vita quotidiana venga sconvolta.

Prolungamento vacanze? “Non ha senso”
Riguardo all’estensione delle vacanze invernali come misura anti-Covid, l’opinione è che avrebbe senso solo se accompagnata da provvedimenti simili nella popolazione adulta, per esempio severe limitazioni della mobilità. Un altro strumento da non dimenticare, si continua nella dichiarazione, è l’adeguata ventilazione delle aule e degli altri spazi scolastici interni.
Inoltre, i test PCR salivari ripetuti regolarmente nelle scuole romperebbero le catene di trasmissione, riducendo il numero di positività all’interno di una classe e di riflesso la probabilità che essa sia messa in quarantena o un istituto sia chiuso. Idealmente, i test andrebbero fatti due volte a settimana oppure, come minimo, una volta.

Bambini con sintomi a casa
Per i bambini sintomatici sotto i sei anni, task force e pediatri suggeriscono un più ampio accesso ai tamponi solo in determinate circostanze. Queste includono casi in cui i genitori non sono vaccinati o in cui i bimbi sono a contatto con adulti a rischio. Infine, in questo periodo è importante che i bambini con sintomi della malattia rimangano a casa. In tal modo si possono interrompere i contagi legati non solo al SARS-CoV-2 ma pure ad altri virus respiratori, come quello dell’influenza.

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