
La giovane società aerospaziale Swiss Space Systems (S3), che ha sede a Payerne (VD), ha firmato a Sochi, dove sono in corso le olimpiadi invernali, nuovi accordi di partenariato con imprese russe specializzate nei sistemi di propulsione spaziale. S3 conta in particolare di utilizzare un motore a razzo prodotto dalla JSC Kuznetsov, ha spiegato oggi l'impresa davanti alla stampa russa e internazionale. Il motore è previsto per equipaggiare la navetta suborbitale sviluppata da S3, ha indicato la società fondata nel 2012 e il cui presidente è l'astronauta e astrofisico Claude Nicollier, primo svizzero nello spazio nel 1992. Un secondo accordo è stato firmato con la società russa RKK Energia e riguarda la concezione dello stadio superiore della navetta, destinato a mettere i satelliti in orbita terrestre bassa. È la prima volta - afferma S3 - che un'impresa europea collabora con queste imprese russe. I due accordi si aggiungono a quello già concluso lo scorso settembre con l'Università tecnica statale Bauman di Mosca, specializzata in particolare nel settore spaziale. Per Pascal Jaussi, fondatore e direttore generale di S3, gli accordi rappresentano una tappa capitale per il progetto dell'impresa di mandare in orbita piccoli satelliti pesanti fino a 250 chili. La Swiss Space System sta sviluppando un sistema di lancio a partire da un Airbus A300, cui sarebbe fissata la navetta suborbitale riutilizzabile SOAR . I costi risulterebbero di parecchio ridotti rispetto al sistema attuale con razzi a più stadi che dopo l'uso si schiantano in mare. L'impiego della navetta SOAR, che dovrebbe separarsi dall'Airbus portante a una quota di circa 10'000 metri, è globalmente più economa di carburante e necessita anche meno infrastrutture al suolo. S3 dà attualmente lavoro a circa 60 persone. Il budget globale fino al primo lancio di un satellite previsto nel 2018 è di circa 250 milioni di franchi, precisa l'impresa.
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