
Ha suscitato polemiche anche all'interno del suo partito, il tweet del presidente del PBD Martin Landolt con l'immagine di una bandiera svizzera trasformata in croce uncinata. Con il suo cinguettio il consigliere nazionale glaronese intendeva denunciare la sparizione dello stato di diritto nella Confederazione in caso di accettazione dell'iniziativa popolare dell'UDC "Per l'attuazione dell'espulsione degli stranieri che commettono reati". Ma la provocazione non è piaciuta alla sua collega di partito vodese Christine Bussat, che ha deciso di lasciare i borghesi-democratici con effetto immediato. La Bussat, che è anche fondatrice dell'organizzazione Marche Blanche, ha inviato questo pomeriggio la sua lettera di dimissioni: "la mia decisione è irrevocabile. Il tweet di Martin Landolt è la goccia che ha fatto traboccare il vaso", ha dichiarato la vodese all'ats, confermando una notizia diffusa dalla radiotelevisione romanda RTS. "Se accetto l'iniziativa, allora vuol dire che sono nazista", ha deplorato la Bussat, che aveva aderito al PBD due anni or sono. La candidata di punta - ma non eletta - dei borghesi-democratici alle recenti elezioni federali del 2015, è favorevole al testo dell'UDC, poiché, a suo dire, la voce del popolo deve essere rispettata. "Il tweet è di cattivo gusto oltre che stupido. Per questo non posso accettarlo (...). Il signor Landolt nutre un odio viscerale contro l'UDC. Si tratta di un guerra contro un partito e non per le idee", ha aggiunto la Bussat. Il presidente del PBD si era già attirato molte critiche ieri su Twitter dopo la pubblicazione della controversa immagine. Landolt raccomandava di votare "no" all'iniziativa dei democentristi il 28 febbraio 2016. Questa data figurava in terza posizione dopo "1933: Germania", con riferimento alla presa del potere di Hitler, e "1948: Sudafrica", in relazione all'apartheid. Interrogata sul suo futuro politico, la Bussat ha dichiarato che era già stata sovente in disaccordo con il PBD. "Sono difficilmente manipolabile. Mi considero piuttosto un elettrone libero, che rappresenta maggiormente il popolo anziché un partito politico". "Non penso di aderire a un'altra formazione. Per me, la priorità sono le iniziative popolari", come quella lanciata e vinta nel 2014, affinché i pedofili non possano più lavorare con i bambini.
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