
L’obbligo di telelavoro e di quarantena per i contatti saranno revocati da domani. Il Consiglio federale oggi ha inoltre posto in consultazione anche l’abrogazione delle altre misure anti-Covid-19 con due diverse varianti a dipendenza dell’evoluzione della situazione epidemiologica.
“Situazione rassicurante”
La situazione negli ospedali è rassicurante poiché non vi è sovraccarico delle strutture sanitarie malgrado le cifre record delle infezioni e l’occupazione delle unità di terapia intensiva è diminuita. Tutto lascia supporre che la fase acuta dell’epidemia si concluderà presto, afferma il governo in un comunicato, ricordando che la variante Omicron causa meno decorsi gravi e che si è raggiunta un’elevata immunità nella popolazione grazie alla vaccinazione e alle infezioni. Per questo il Consiglio federale ritiene che sia giunto il momento di allentare le misure di protezione a partire dall’obbligo del telelavoro e della quarantena, che saranno abrogati immediatamente, visto che erano già stati oggetto di una precedente consultazione. Il telelavoro rimane comunque raccomandato poiché si è rivelato efficace per proteggere i lavoratori. Rimane inoltre in vigore l’obbligo di indossare una mascherina sul posto di lavoro. Per la prima volta dall’inizio della crisi sanitaria sarà pure abolita la “quarantena da contatto”, già limitata ai membri di una stessa famiglia dal 12 gennaio. Di conseguenza sono abrogate anche le disposizioni dell’ordinanza COVID-19 sull’indennità di perdita di guadagno in caso di quarantena dei contatti e revocate le quarantene ordinate dai cantoni. Rimane invece in vigore l’isolamento per chi è risultato positivo al coronavirus in modo da evitare che infetti altre persone.
Apertura completa dopo superamento picco
Parallelamente il Consiglio federale ha avviato una consultazione, che si terminerà il 9 febbraio, per la revoca delle misure rimanenti in funzione del superamento del picco pandemico. La prima variante prevede un’apertura completa e l’abrogazione in un sol colpo delle disposizioni già il 17 febbraio se il picco epidemico sarà superato. Sarebbero cancellati l’obbligo di certificato per ristoranti, le manifestazioni e le strutture culturali o si svago, l’uso della mascherina sui trasporti pubblici, nei negozi e negli spazi chiusi accessibili al pubblico, le restrizioni per gli incontri privati e l’autorizzazione per i grandi eventi. Rimarrebbero in vigore solo il piano di protezione per i grandi eventi, le misure per tutelare le persone particolarmente vulnerabili e l’isolamento per i positivi. I Cantoni dovranno esprimersi sull’opportunità di mantenere l’obbligo della mascherina nei trasporti pubblici, nel commercio al dettaglio e nelle strutture sanitarie. Questa variante comporta il rischio di una nuova accelerazione dei contagi, per questo sarà applicata solo in caso di superamento del picco dei casi. Inoltre l’immunizzazione della popolazione dovrà essere sufficiente e il numero di infezioni e di ricoveri in diminuzione, sottolinea il governo.
Apertura a tappe se permane incertezza
Se invece il 16 febbraio la situazione sarà ancora incerta, si procederà per gradi in modo da valutare gli effetti di ogni tappa. In un primo tempo saranno aboliti l’obbligo di certificato per ristoranti, eventi e strutture ricreative o culturali (l’obbligo di consumare seduti nei ristoranti rimane in vigore), le restrizioni per le riunioni private, il permesso per i grandi eventi all’aperto e si prevede il ritorno alla regola 2G dove oggi si applica la regola 2G+ (discoteche, piscine coperte, attività sportive intensive o musica per banda). Le altre misure di protezione (2G, permesso per grandi eventi al chiuso e obbligo di mascherina) verrebbero abrogate in un secondo tempo.
Requisiti alla frontiera
La consultazione riguarda anche altri adeguamenti come ad esempio i requisiti per l’entrata in Svizzera, in particolare la revoca dell’obbligo di test per le persone non vaccinate e non guarite e della raccolta di dati di contatto. Si propone anche l’eliminazione dei cosiddetti certificati Swiss Covid, per esempio per i turisti o dopo i test rapidi per anticorpi o antigeni. Continueranno invece ad essere rilasciati i certificati riconosciuti anche dall’Ue visto che sono necessari per i viaggi internazionali e in alcuni paesi anche per accedere a ristoranti e musei. Il Consiglio federale ha anche proposto nuove linee guida per il rimborso dei farmaci per il trattamento ambulatoriale del Covid-19.
LA DIRETTA DELLA CONFERENZA STAMPA
14:50 - Il certificato Covid
Berset: “Il cf propone che tutti i certificati vengano revocati, in particolare per i turisti (che hanno validità di 30 giorni) o anche quelli per i test antigenici rapidi. Ma continueremo ad emetterli. Si tratta anche di certificati che verranno riconosciuti in ambito UE e valgono per poter viaggiare in alcuni paesi. È importante che la Svizzera continui ad offrire questi certificati ai cittadini”.
14:48 - La consultazione
Berset: “Abbiamo proposto di lanciare in consultazione altre misure, come per esempio il numero di persone che possono riunirsi durante gli incontri privati. Per abrogare le misure bisognerà far si che l’attuale ondata sia stata superata e che i ricoveri siano sotto controllo. La consultazione è stata lanciata oggi. Ora i governi cantonali hanno tempo per esprimersi. Noi ci riuniremo il 16 febbraio. Se tutto va bene dal 17 febbraio cadrà il certificato Covid e si potrà terminare con le limitazioni negli incontri privati. Abbiamo proposto due varianti: una prevede di revocare in blocco le misure, l’altra a tappe. Dopo la consultazione, decideremo”.
14.45 - Le misure
Berset: “Abbiamo deciso di revocare le quarantene, che ci hanno accompagnano fin dall’inizio della pandemia, così come il telelavoro, che viene sostituito con una raccomandazione. Si tratta comunque di proteggere la salute dei collaboratori e resta l’obbligo di portare la mascherina sul lavoro. Rimane invece attivo l’obbligo di isolamento (5 giorni) per evitare che persone positive contagino altre persone”.
14:42 - Prende la parola Alain Berset
“Siamo qui con una prospettiva incoraggiante, anche se abbiamo ancora un alto numero di infezioni. I ricoveri sono stabili e anche un aumento dei ricoveri sarebbe gestibile. La pandemia, come detto, non è superata, ma la situazione negli ospedali è gestibile. Questo ci permette di uscire dalla fase acuta e abolire le misure più severe. Siamo in una fase endemica che si sta concretizzando, un’analisi che è condivisa anche dagli esperti. Il Consiglio federale ha cercato sempre di avere una chiara strategia. Nella fase di normalizzazione abbiamo detto che si sarebbero potute abolire le misure. Questo è il criterio quadro”.
14:33 - Prende la parola Ignazio Cassis
“Oggi è una bella giornata: entriamo in una nuova fase dopo questa lunga crisi. La pandemia non è finita, ma vediamo una luce all’orizzonte.Abbiamo ancora persone ammalate in ospedale, ma la situazione sta migliorando. A partire da adesso possiamo rinunciare ad alcune misure, come l’obbligo della quarantena e del telelavoro. Possiamo entrare in questa nuova fase grazie al vaccino che ha contributo all’evoluzione positiva. La variante Omicron ha infettato numerose persone, ma non ci sono stati importanti ripercussioni sugli ospedali. Stiamo riconquistando un pezzo di libertà, ma questo coincide anche con un senso di responsabilità. Se siamo malati, dobbiamo testarci e restare a casa. La decisione di oggi ci consente di guardare al futuro con un certo ottimismo. Fino al 16 febbraio abbiamo tempo per decidere le prossime tappe”.
14:30 - Inizio della conferenza
Presenti alla conferenza stampa il presidente dell Confederazione Ignazio Cassis e il consigliere federale Alain Berset.
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