
Il comune vallesano di Evolène vuole mettere a disposizione un'area per rimediare, per quest'anno, alla chiusura lo scorso 13 luglio del più alto campeggio svizzero di Arolla, annunciata domenica scorsa. Finora non sono stati comunicati né un luogo né una data di apertura. Questo sito provvisorio sarà accompagnato da misure come la segnaletica, l'installazione di servizi igienici temporanei, il pagamento in loco e i servizi di informazione turistica. "Sarà gestito dall'Ufficio del turismo", ha dichiarato a Keystone-ATS la sindaca Virginie Gaspoz, in aggiunta a quanto riportato in un comunicato odierno.
Trasferimento temporaneo
Offrendo questo trasferimento temporaneo su un terreno privato, il Comune mira a mantenere la capacità ricettiva, a combattere il campeggio selvaggio e a rassicurare i turisti: "Gli albergatori mi hanno detto che alcuni turisti volevano annullare le loro prenotazioni in quanto temevano un Blatten 2", ha indicato Gaspoz. Questa soluzione dovrebbe consentire al Comune e ai gestori del campeggio chiuso di trovare un'opzione permanente per il 2026. "Martedì sera abbiamo incontrato il presidente del comune di Evolène per fare il punto della situazione", spiega Eva Colli, co-responsabile del campeggio. L'idea è di trovare un terreno di proprietà del comune che possa essere utilizzato a partire dal 2026. Faremo un elenco di tutti i luoghi possibili", conferma Gaspoz. Due soluzioni sembrano poter essere seriamente esaminate, secondo le due donne. Oltre a dotarsi di un terreno che dovrà essere adeguatamente sistemato, il Comune dovrà ottenere un'autorizzazione da parte del Servizio vallesano per lo sviluppo territoriale. Dovrà anche essere convalidata una mappa dei rischi dal Servizio cantonale per i pericoli naturali. Compiti che saranno svolti insieme, in modo da perdere meno tempo possibile per il progetto, secondo Gaspoz.
Tanta solidarietà
Grazie a una grande dimostrazione di solidarietà, sarà possibile evitare il fallimento del campeggio. La coppia di gestori, secondo quanto da loro stessi dichiarato, dovrebbe vivere questo periodo di crisi fino alla prossima primavera senza troppe difficoltà. I coniugi Colli, che avevano presentato obiezioni alla chiusura del campeggio ma respinte dal Consiglio di Stato, hanno deciso di non presentare ricorso contro questa decisione: "Tuttavia, abbiamo già contattato diversi membri del Gran Consiglio, sia di destra che di sinistra, e non solo della nostra regione, per richiamare la loro attenzione sul fatto che non esiste alcun aiuto (a livello comunale, cantonale o federale) in caso di chiusura di una struttura a causa di pericoli naturali", rivela Eva Colli, decisa a condurre una battaglia che va oltre il suo caso personale, consapevole del fatto che altre aziende potrebbero subire una sorte simile in Vallese. Le autorità vallesane avevano ordinato la chiusura del campeggio di Arolla per il 13 luglio a causa degli accresciuti rischi naturali. Con i suoi 1'950 metri di altitudine è la struttura di tal tipo più alta della Svizzera e registrava circa 12'000 pernottamenti all'anno.