Svizzera
Si passa al 2G e 2G-plus o chiusura parziale
Keystone-ats
2 anni fa
La Confederazione ha posto in consultazione due varianti, che prevedono entrambe il passaggio al 2G. Previsto anche l’obbligo del telelavoro e la limitazione degli incontri privati. Segui la diretta su Teleticino

“Per la fine di quest’anno avrei preferito dirvi ‘godetevi le vacanze’. Purtroppo ancora una volta il Governo è costretto a mandare in consultazione misure per arginare la pandemia. I contagi e le ospedalizzazioni sono di nuovo in aumento. Questa tendenza deve essere di nuovo spezzata. Lo dobbiamo alla popolazione, al personale di cura e alle persone che hanno bisogno di aiuto medico”. Con queste parole il presidente della Confederazione Guy Parmelin ha aperto la conferenza stampa odierna, durante la quale il Consiglio federale ha annunciato nuove misure che verranno poste in consultazione fino a martedì 14 dicembre.

Sul tavolo due varianti, entrambe che hanno in comune il passaggio al “2G” (accesso riservato solo alle persone vaccinate e guarite, dal tedesco “geimpft” o “genesen”). La prima prevede di limitare l’accesso ai luoghi chiusi alle persone vaccinate o guarite con l’obbligo della mascherina e l’obbligo di stare seduti durante le consumazioni. In questa variante, soltanto chi è vaccinato o guarito avrebbe accesso alle strutture culturali, sportive e per il tempo libero, ai ristoranti e alle manifestazioni. Dove non è possibile portare la mascherina o stare seduti durante le consumazioni, per esempio in discoteca, al bar o nella pratica di determinate attività del tempo libero, è richiesto anche un test negativo (regola del 2G-plus). Nella seconda variante sono invece previste chiusure dove è impossibile portare la mascherina. In entrambe le varianti verrebbero rafforzate le misure protettive di base, con l’introduzione dell’obbligo del telelavoro e la limitazione degli incontri privati (a cinque in caso di presenza di non vaccinati o non guariti). Parallelamente il Governo ha avviato la consultazione anche in merito al ritorno - parziale - della gratuità dei test.

Le varianti più estreme, il non far niente o il chiudere tutto, sono state scartate fin da subito: causerebbero troppi danni. “Abbiamo cercato una via di mezzo, anche se non è semplice”, ha affermato il consigliere federale Alain Berset in conferenza stampa. Si è insomma voluto trovare un equilibrio tra salute pubblica e vita sociale e economica. Quello odierno è un “esercizio di trasparenza” in vista di possibili nuove restrizioni, ha aggiunto. “Speriamo veramente che ciò che abbiamo messo in atto la scorsa settimana sia sufficiente. Se basta bene, ma se non dovesse bastare bisogna essere pronti”, ha precisato.

Variante 1: 2G e 2G-plus
La prima variante prevede il passaggio al dispositivo “2G” in tutte le aree al chiuso in cui attualmente si applica la regola “3G” (che include l’accesso anche ai testati, “getestet”). In caso di infezione queste persone - ossia i vaccinati e i guariti - hanno infatti una probabilità molto alta di essere protette da un decorso grave o dall’ospedalizzazione. Allo stesso tempo sarà obbligatorio indossare una mascherina e le consumazioni sarebbero possibili solo restando seduti. Queste regole si applicano anche nelle aree di ristoro delle manifestazioni. Per gli eventi all’aperto con più di 300 persone continuerebbe invece ad essere applicata la regola “3G”. In questa variante le attività senza mascherina e il consumo di bevante e cibi senza restare seduti rimarrebbe possibile, ma a una condizione: oltre ad essere in possesso di un certificato “2G” sarebbe necessario anche disporre di un test negativo. Questa regola chiamata “2G-plus” interesserebbe, ad esempio, le discoteche, i bar e certe attività sportive e culturali del tempo libero, come ad esempio le prove di coro o di una banda ma anche i fitness. Grazie all’obbligo del test sarà garantito che nessuna persona positiva partecipi a tali manifestazioni. Le strutture e manifestazioni soggette alla limitazione “2G”, per esempio palestre e ristoranti, potranno rinunciare all’obbligo della mascherina e all’obbligo di stare seduti durante le consumazioni se che applicheranno volontariamente la regola “2G-plus”.

Variante 2: chiusura parziale
La seconda variante prevede anch’essa l’obbligo della mascherina e del certificato “2G”. A differenza della prima saranno chiusi tutti i luoghi in cui non è possibile portare la mascherina, compresi gli spazi interni dei ristoranti, delle palestre, delle discoteche e dei bar. Negli stadi chiusi, come nelle piste di ghiaccio, non sarebbe più permesso mangiare e bere. Resteranno consentite le attività sportive o culturali del tempo libero al chiuso compatibili con l’uso della mascherina e le attività sportive o culturali per bambini e adolescenti al di sotto dei 16 anni.

Altre misure: stretta sugli incontri privati
Da notare che ambo le varianti saranno accompagnate dal rafforzamento dei provvedimenti di base, in particolare per gli incontri privati: se è presente una persona non vaccinata o guarita di più di 16 anni, questi saranno limitati a cinque persone, bambini inclusi. Dovessero rivelarsi necessarie chiusure più restrittive, gli incontri privati saranno limitati a cinque persone, a prescindere dal fatto che i partecipanti sono vaccinati, guariti o non vaccinati. Questa regola ha lo scopo di evitare che riunioni e attività vengano spostate nella sfera privata per aggirare il lockdown.

Ritorna l’obbligo del telelavoro
Il governo rimette anche sul tavolo l’obbligo del telelavoro. Se l’home-working non dovesse essere possibile, continuerebbe a valere l’obbligo di indossare la mascherina nei locali in cui è presente più di una persona.

Estensione dell’obbligo della mascherina
L’obbligo di portare la mascherina protettiva verrebbe inoltre esteso alle scuole del livello secondario II. L’esecutivo raccomanda però ai cantoni di estendere tale obbligo anche ai livelli inferiori. Nelle università e nelle scuole universitarie professionali si tornerebbe all’insegnamento a distanza. Gli esami si effettuerebbero invece in presenza.

Niente misure per il commercio al dettaglio e stazioni sciistiche
Non sono invece previste misure per il commercio al dettaglio e le stazioni sciistiche. Questi settori hanno infatti annunciato volontariamente delle restrizioni di capacità per contenere la trasmissione del virus. Coop, Migros e Denner hanno annunciato la volontà di limitare il numero di clienti per punto vendita. L’associazione Funivie Svizzere ha detto che la capacità delle cabine che possono accogliere 25 persone o più sarà ridotta del 30%.

Rimborso dei test
In ossequio alle recenti decisioni del Parlamento, il Consiglio federale ha anche inviato in consultazione le disposizioni circa l’assunzione dei costi dei test anti-covid. Queste entreranno in vigore il 18 dicembre, a condizione che la riveduta Legge Covid-19 venga approvata il giorno prima dalle Camere federali durante le votazioni finali. In futuro saranno assunti i costi dei tamponi necessari per il rilascio di un certificato covid. Saranno coperti i test antigenici rapidi e i test PCR salivari aggregati. Non saranno invece rimborsati i test PCR individuali, i test autodiagnostici e i test anticorpali eseguiti senza indicazione medica o epidemiologica. A causa della crescente domanda, l’assunzione dei costi dei test PCR individuali comporterebbe infatti il sovraccarico dei laboratori. Per questa ragione resteranno prioritari i test PCR individuali per le persone sintomatiche e i loro contatti.

Viaggi internazionali
Il Consiglio federale ha infine discusso delle nuove regole d’entrata in Svizzera, in particolare del doppio test per i viaggiatori anche per le persone vaccinate o guarite. L’esecutivo annuncia la volontà di consultare i Cantoni e i settori interessati su possibili adeguamenti di questo regime.

La situazione nel paese
La situazione epidemiologica è molto critica e si sta sviluppando in modo sfavorevole, ha sottolineato Parmelin. Secondo la Task Force scientifica della Confederazione, una prima soglia critica di 300 pazienti con Covid-19 in unità di terapia intensiva potrebbe essere raggiunta a metà dicembre. A partire da quel momento non sarà più possibile garantire un’assistenza ottimale a tutti i pazienti ricoverati, poiché gli ospedali dovranno rinviare trattamenti. Se l’attuale tendenza non viene interrotta, i pazienti covid in cure intense raggiungeranno quota 400 entro Natale. A ciò si aggiunge l’arrivo della nuova variante altamente contagiosa “Omicron” che potrebbe diventare dominante già da metà o fine gennaio 2022. Non è ancora chiaro quanto sia pericolosa né in che misura i vaccini attualmente in uso proteggano dal contagio e da decorsi gravi della malattia. Per essere pronto nel caso in cui fossero necessari provvedimenti più restrittivi di quelli annunciati finora, il Consiglio federale ha quindi deciso di inviare in consultazione le due varianti.

L’appello a vaccinarsi
Per il presidente della Confederazione la soluzione passa comunque ancora dalla vaccinazione: “Sono intimamente convinto che il vaccino resta la nostra carta migliore per porre fine a questa crisi”, ha sottolineato Parmelin, precisando che la vaccinazione rimane una decisione personale e volontaria, aggiungendo però che “la libertà individuale finisce dove inizia quella degli altri. Ognuno deve porsi la domanda - ha aggiunto - di cosa può fare per il bene di questo Paese”. Anche Berset è ritornato su questo punto: “Fatevi vaccinare, per i vostri cari, per coloro che amate, per solidarietà”, ha detto, ricordando l’importanza della terza dose.

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