
Il Consiglio federale vuole che dal 2024 tutti in Svizzera abbiano accesso a un internet a banda larga più performante. Questo viene accolto positivamente tuttavia è il “come”, che risulta controverso. Aleggia il timore di una società digitale a due livelli. Dubbi sono anche sollevati dal mancato obbligo di fornire copertura ai servizi esistenti.
Revisione dell’ordinanza
Secondo la revisione dell'ordinanza sui servizi di telecomunicazione messa in consultazione fino a domani dal Consiglio federale, le economie domestiche anche nelle regioni periferiche dovrebbero avere un collegamento a internet con una velocità di trasmissione dati di 80 megabit al secondo (Mbit/s) dal 2024. Oggi è di 10 Mbit/s. Il Consiglio federale vuole stabilire il principio di sussidiarietà: se le compagnie di telecomunicazione offrono già una connessione internet sufficientemente veloce, l'offerta del servizio universale deve essere abbandonata. L'offerta più veloce costerà 60 franchi al mese. Chi è soddisfatto della velocità minima dovrebbe continuare a pagare 45 franchi per l'abbonamento a internet. La revisione è neutrale dal punto di vista tecnologico, non prescrive l'espansione della rete in fibra ottica.
Internet a due livelli
A nome delle regioni periferiche direttamente interessate, il Gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB) scrive che può essere d'accordo con l'eliminazione dell'obbligo di fornire un collegamento internet ad alta velocità, ma non approva la nuova divisione in due categorie di velocità e di prezzo. Questo crea una fornitura di base a due livelli, sottolinea il SAB. Il servizio di base dovrebbe quindi essere fissato a 80 Mbit/s per 45 franchi al mese. L'UDC respinge la revisione. Graverebbe sui cittadini con un aumento di tasse, imposte e oneri. Tuttavia il partito di Marco Chiesa ritiene importante la fornitura di un accesso a internet con una sufficiente larghezza di banda. Con un requisito di 80 Mbit/s, tuttavia, il Consiglio federale si allontana dall'idea di un servizio di base come offerta minima. Invece di ammortizzare i costi aggiuntivi ponendo un ulteriore onere sui cittadini, si dovrebbe piuttosto dare maggior libertà d'azione ai fornitori, sottolinea. Per l'UDC ciò che è necessario in particolare è la copertura wireless. Il partito è d'accordo con l'abolizione dell'obbligo di fornire un servizio universale se esiste una connessione alternativa, ossia il principio di sussidiarietà.
PS teme un divieto di sviluppo
Il PS è invece particolarmente infastidito da questo principio, che è già applicato in diversi settori del servizio pubblico. Nell'ordinanza riveduta, tuttavia, si trasforma in un vero e proprio divieto di sviluppo. Di conseguenza, un fornitore non sarebbe autorizzato a espandere i suoi servizi se esiste già una connessione sufficiente.
Alleanza di Centro: “ampliamento non accettabile”
Per l'Alleanza del Centro, una divisione in un servizio di base minimo con 10 Mbit/s e uno ampliato con 80 Mbit/s non è accettabile. Il servizio di base non deve generare una società a due livelli. Un accesso standard a livello nazionale con 80 Mbit/s è imperativo, come è stato appena dimostrato nella pandemia di Covid-19. I Verdi liberali sostengono il principio di sussidiarietà, la neutralità tecnologica e la durata minima del contratto con possibile condivisione dei costi da parte dei clienti finali. Il PLR ha chiesto una proroga della scadenza fino al 5 aprile. I Verdi non hanno partecipato alla consultazione.
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