
In occasione della Giornata mondiale per la lotta alla sepsi che si celebra il 13 settembre 2025, il programma nazionale contro la sepsi (Swiss Sepsis Program, SSP) ha pubblicato un rapporto sul numero di casi in Svizzera e sui relativi costi per il sistema sanitario e la società. Il documento – basato su dati della Statistica medica ospedaliera dell’Ufficio federale di statistica (UST) – presenta un’analisi sull’incidenza della sepsi e sul corrispondente carico di malattia, fornendo anche una stima dei costi sanitari in Svizzera direttamente riconducibili a questa complicazione. L’analisi, realizzata da professionisti dell’Ospedale universitario pediatrico di Zurigo (Kinderspital) in collaborazione con ricercatori di Unisanté Lausanne e dell’Università di Basilea, si fonda sui dati sanitari svizzeri riguardanti gli anni tra il 2019 e il 2023.
I dati
Secondo tali dati, durante il periodo considerato oltre 20'000 ospedalizzazioni all’anno sono risultate associate a una sepsi. Ne sono colpite persone di tutte le fasce d’età, ma in modo particolare lattanti e anziani. Una sepsi è una reazione incontrollata e potenzialmente letale del corpo a un’infezione, che può provocare un’insufficienza organica, uno shock settico e addirittura la morte. Negli ultimi anni l’incidenza non è diminuita. Inoltre, è plausibile supporre che non tutti i casi di sepsi vengano identificati e rilevati, e che non tutte le persone affette siano trattate in ospedale. Poiché tali casi non figurano nelle statistiche, gli autori dello studio ipotizzano che in Svizzera il reale carico di malattia sia nettamente più elevato. "I rischi della sepsi sono sempre ancora sottovalutati", afferma la PD Dott.ssa Nora Lüthi, autrice principale del rapporto e responsabile dello Swiss Sepsis Program insieme al Prof. Luregn Schlapbach, specialista di medicina intensiva presso il Kinderspital di Zurigo.
Quasi il 20 per cento dei pazienti muore in ospedale
Dall’analisi emerge che dei 20'000 pazienti ospedalizzati quasi il 20% (circa 4'000) muore durante la degenza. Tuttavia, negli anziani e nei soggetti che subiscono uno shock settico la mortalità è molto più elevata. Negli ultimi anni il numero dei decessi è rimasto quasi invariato nonostante i progressi compiuti nelle cure. A titolo di confronto, ogni anno circa 19'000 ricoveri sono dovuti a un infarto cardiaco e 22'000 a un ictus, eventi che provocano circa 2'500 decessi ciascuno. A seguito di una sepsi, la mortalità rimane alta anche dopo la dimissione dall’ospedale. Tra gli anziani, quasi un terzo dei pazienti con sepsi muore entro un anno dal ricovero.
Costi per oltre un miliardo di franchi all’anno
Le sepsi costituiscono una sfida non indifferente per il sistema sanitario del nostro Paese. Infatti, circa il 40% delle persone ospedalizzate con una diagnosi di sepsi viene trattato nel reparto di terapia intensiva e, stando al rapporto, ogni paziente genera in media costi per circa 50'000 franchi. Di conseguenza, sommando i 20'000 casi annui, in Svizzera i costi ospedalieri diretti raggiungono il miliardo di franchi all’anno. Aggiungendo le spese per la riabilitazione, l’assistenza post-cura e il trattamento delle complicazioni a lungo termine nei tre anni successivi, si stima che i costi diretti potrebbero anche essere pari al doppio (circa due miliardi di franchi annui). Vanno inoltre considerati i costi indiretti, non inclusi nel presente calcolo, generati dalle conseguenze fisiche e psichiche tardive per le persone colpite e i loro cari, che in alcuni casi si protraggono per anni e talvolta comportano anche la perdita del lavoro. "Le cifre lo mostrano chiaramente: le sepsi sono una minaccia importante che comporta costi enormi per la nostra società", afferma Luregn Schlapbach. "Per questo motivo è urgentemente necessario che diagnosi, trattamento e assistenza post-cura della sepsi diventino una priorità nel sistema sanitario", aggiunge.
Programma nazionale
Nei prossimi anni, il programma nazionale contro la sepsi è destinato a fornire un importante contributo in tal senso. I team ospedalieri responsabili intendono infatti migliorare la situazione per mezzo di una campagna di sensibilizzazione pubblica, la definizione di standard clinici, moduli didattici, un registro apposito e la creazione di un gruppo per le persone colpite. Il programma, incentrato su diagnosi precoce, trattamento e assistenza post-cura della sepsi, è gestito dagli ospedali universitari CHUV (Losanna), Insel (Berna) e Kinderspital (Zurigo) e gode del finanziamento della Commissione federale per la qualità (CFQ). "Inoltre, in Svizzera continua a mancare un coordinamento nazionale della ricerca sulla sepsi che permetta ai risultati di quest’ultima di tradursi più rapidamente anche in un impatto sulle cure dei pazienti", aggiunge Schlapbach.
Cos’è una sepsi?
Una sepsi è una reazione potenzialmente letale del corpo a un’infezione. Può provocare uno shock settico, danneggiare gravemente tessuti e organi e addirittura causare la morte, soprattutto se non viene diagnosticata e trattata tempestivamente. Può colpire persone di tutte le fasce d’età, tuttavia in oltre due terzi dei casi interessa gli anziani. Nei bambini l’incidenza è molto inferiore (circa 600 casi all’anno) e nella maggior parte dei casi si tratta di bambini al di sotto dei cinque anni e di neonati.