
Si precisano i contorni dell'incontro avvenuto ieri nello studio ovale a Washington: sei dirigenti di grandi aziende svizzere hanno partecipato a discussioni sui dazi doganali con il presidente Usa Donald Trump. In una dichiarazione congiunta pubblicata questa sera, i sei imprenditori hanno "ribadito la loro convinzione che un accordo commerciale bilaterale rafforzerebbe in modo significativo gli scambi economici, a vantaggio di entrambi i Paesi". "L'incontro - viene ancora precisato - mirava a sottolineare la solidità e la durata delle relazioni economiche tra Berna e Washington".
I firmatari
Il testo è firmato dai dirigenti della compagnia di navigazione MSC, Diego Aponte, dell'azienda orologiera Rolex, Jean-Frédéric Dufour, del colosso del lusso ginevrino Richemont, Johann Rupert, del commerciante di materie prime Mercuria, Daniel Jaeggi, della raffineria d'oro MKS PAMP, Marwan Shakarchi, e della società di investimenti zughese Partners Group, Alfred Gantner. L'incontro si è svolto "in uno spirito costruttivo" e ha permesso ai dirigenti svizzeri di "ribadire il loro sostegno ai dialoghi in corso tra i due governi". I firmatari precisano di "non aver preso parte ad alcuna negoziazione diretta" con il presidente americano.
"Nella Confederazione sappiamo unirci di fronte alle sfide"
Un resoconto dettagliato delle loro discussioni è stato trasmesso al Consiglio federale e alla Segreteria di Stato dell'economia (SECO). "Questa iniziativa si inserisce in un approccio di unità, che riflette la convergenza degli interessi pubblici e privati in Svizzera. Nella Confederazione sappiamo unirci di fronte alle sfide", sottolinea la dichiarazione. I sei dirigenti aziendali promettono di "continuare a sostenere il Governo nei suoi sforzi per trovare una via comune che renda la Svizzera più forte e consolidi la coesione e l'unità che costituiscono la forza del nostro popolo e del nostro Paese".
