
Nel timore di finire su una lista nera di paesi poco cooperativi in ambito fiscale, il Consiglio federale ha deciso oggi di abolire a livello internazionale la distinzione tra evasione e frode fiscale con quei Paesi che ne faranno richiesta. Tuttavia, ha dichiarato davanti a un folto nugolo di giornalisti il presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz, per le persone residenti in Svizzera non cambia nulla. Il segreto bancario non viene scalfito. Concretamente, ha spiegato Merz, la Svizzera ha tolto la propria riserva sull'articolo 26 riguardante gli standard dell'Organizzazione e lo sviluppo economico (OCSE) in materia di cooperazione amministrativa in materia fiscale. "Ciò significa che la Confederazione è disposta a fornire assistenza amministrativa in caso di evasione fiscale a determinate condizioni a tutti quei paesi che intendono, oppure hanno già concluso con la Confederazione, accordi di doppia imposizione", ha precisato. "In nessun caso - ha ammonito il ministro delle finanze - la Svizzera accetterà lo scambio automatico di informazioni come richiesto da alcuni Stati. L'assistenza verrà garantita per casi singoli e motivati. Hans-Rudolf Merz ha negato che una simile decisione sia stata concordata con altri Paesi che conoscono un sistema fiscale simile al nostro - e come tali sono finiti nel mirino delle critiche - come il Principato del Liechtenstein, il Lussemburgo e l'Austria. Il consigliere federale ha dichiarato che il 5 marzo, senza che la Svizzera fosse stata messa al corrente, l'OCSE ha inserito la Confederazione in una bozza di lista nera dei paesi poco cooperativi. "Col passo annunciato oggi, abbiamo messo buone basi per scongiurare una simile evoluzione". Domani, in occasione della riunione del Fondo monetario internazionale a Londra, Merz cercherà di illustrare la posizione elvetica a suoi omologhi, in particolare al primo ministro inglese Gordon Brown, nella speranza che non si giunga alle tanto temute sanzioni minacciate dal gruppo del G20. ATS
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