
Umida, fredda e piovosa. Sarà questa -secondo il Böögg di Zurigo, l'estate che ci aspetta per questo 2023. Durante il Sechsläuten la testa del pupazzo ha impiegato oltre 57 minuti ad esplodere. Mai nella storia era stato registrato un tempo così alto. Secondo la tradizione, ricordiamo, più tempo ci mette il capo ad esplodere e più brutta sarà l'estate. Lo scorso anno, ad esempio, le fiamme hanno impiegato 37 minuti e 59 secondi a fare esplodere i petarsi nascosti in cima al fantoccio. In quel caso la previsione non è risultata affidabile, visto che l'estate è stata calda e fin troppo siccitosa. Ospite della festa delle corporazioni zurighesi era quest'anno il canton Svitto, patria dei cosiddetti "Wetterschmöcker". Chissà quindi se le previsioni meteo dei contadini della Muotathal che interpretano i segni della natura - dalla crescita di muschi e licheni, al comportamento delle marmotte o delle formiche - saranno più affidabili.
Due Consiglieri federali e una sciatrice
Prima che alle 18.00 venisse dato fuoco, sulla piazza della Sechsäleuten, alla pira di legna su cui era issato al Böögg, a partire dalle 15.00 si è tenuto il tradizionale corteo lungo le strade della città vecchia, con 3500 membri delle varie corporazioni, 350 cavallerizzi, 50 carrozze trainate da cavalli e 30 bande musicali. Come ogni anno, sono stati accompagnati da numerosi ospiti d'onore, tra cui le Consigliere federali Elisabeth Baume-Schneider (PS) e Viola Amherd (Centro), la presidente del Consiglio degli Stati Brigitte Häberli-Koller (Centro) e il Presidente del Consiglio nazionale Martin Candinas (Centro). Il cantone di Svitto era rappresentato dall'intero consiglio di Stato. Oltre ai politici, hanno partecipato ai festeggiamenti anche sportivi e altre personalità, come la sciatrice svittese Wendy Holdener o l'abate del monastero di Einsiedeln Urban Federer.
La tradizione zurighese
La tradizione pluricentenaria della "Sechseläuten" (letteralmente "suonare le sei") è legata agli scampanii della cattedrale Grossmünster, che segnavano la fine della giornata lavorativa: con l'inizio della primavera si smetteva alle 18.00 invece che alle 17.00. La festa della primavera, menzionata per la prima volta per iscritto nel 1525, viene celebrata nella forma attuale dal XIX secolo.