
Ogni anno, con l’arrivo delle festività pasquali, si ripete lo stesso copione: chilometri di coda davanti ai portali del tunnel del Gottardo. Una scena ormai familiare, segno di una Svizzera mobile che ama trascorrere le vacanze nel Sud del Paese. Ma ora, un gruppo trasversale di 60 consiglieri nazionali propone una soluzione drastica: aprire il Passo del Gottardo anche durante i mesi invernali, anticipando la consueta riapertura di maggio. A guidare la proposta è il consigliere nazionale argoviese Benjamin Giezendanner (UDC), imprenditore nel settore dei trasporti. Secondo il promotore, mantenere il passo aperto tutto l’anno offrirebbe un’alternativa concreta al tunnel durante i picchi di traffico e aiuterebbe anche il turismo nelle regioni alpine. Ma il piano si scontra con numerose difficoltà: tecniche, economiche e politiche. Per garantire la percorribilità del valico in inverno, servirebbero imponenti lavori di protezione contro le valanghe, tra cui barriere e coperture stradali. Il costo stimato? Oltre 300 milioni di franchi, secondo quanto riportato dalla SonntagsZeitung.
Il secco 'no' degli ambientalisti
E poi c’è l’opposizione netta degli ambientalisti. L’organizzazione Pro Alps – erede della storica “Iniziativa delle Alpi” – alza un muro: “Questa proposta è un attacco frontale al principio votato dal popolo nel 1994, secondo cui la capacità di traffico attraverso le Alpi non può essere aumentata”, avverte un portavoce. Proprio questo principio ha fatto sì che, anche con l’ampliamento del tunnel autostradale a quattro corsie, rimanga attiva solo una corsia per senso di marcia. Il Passo del Gottardo, che raggiunge quota 2'106 metri, resta normalmente chiuso tra fine ottobre e fine maggio a causa delle condizioni meteo estreme: nevicate abbondanti, rischio valanghe e temperature polari rendono difficile la manutenzione invernale della strada. Riaprirlo tutto l’anno significherebbe anche sfidare le logiche della protezione ambientale. “Le Alpi non possono diventare un corridoio aperto 365 giorni l’anno per i veicoli privati – ammonisce Pro Alps –. Ogni potenziamento infrastrutturale va nella direzione opposta alla sostenibilità”.
Discussioni inevitabili
La proposta è destinata a far discutere, specie in un contesto in cui il traffico pesante, le emissioni e la tutela dei paesaggi alpini restano al centro del dibattito politico svizzero. Intanto, con l’approssimarsi della Pasqua, i vacanzieri possono aspettarsi ancora una volta code chilometriche – e magari, l’anno prossimo, un valico in più.