
Il 52enne Antonio Giacchetta, ex direttore del patronato INCA Svizzera, è stato condannato settimana scorsa a Zurigo a 9 anni di detenzione, per aver truffato decine di lavoratori italiani sottraendo 12 milioni di franchi della loro cassa pensioni, tra il 2001 e il 2009.
Cittadino italiano nato e cresciuto nel canton Zurigo, Giacchetta è stato incarcerato dopo la lettura della sentenza, per evitare il rischio di fuga. Una volta scontata la pena dovrà lasciare la Svizzera.
I quotidiani italiani riportano oggi i motivi per i quali Giacchetta, che aveva uno stipendio di circa 8mila franchi, si è appropriato di tutti quei milioni.
Il 52enne aveva contemporaneamente ben cinque amanti e inoltre frequentava spesso e volentieri delle escort di lusso. Tutte erano ricoperte di regali, pagati con i soldi dei lavoratori italiani che gli avevano affidato le loro pensioni.
Giacchetta ha così vissuto da nababbo in mezzo alle donne per otto anni, finché la sua truffa non è stata scoperta.
76 pensionati italiani, alcuni residenti in Svizzera, gli altri nelle province di Como e Varese, si sono in seguito costituiti parte civile per cercare di riottenere i soldi delle loro pensioni. Soldi che Giacchetta sarà ora tenuto a restituire.
Da notare che durante il dibattimento il 52enne ha provato a giustificarsi spiegando di non aver dilapidato solo i soldi dei lavoratori italiani, ma anche i 750mila franchi vinti nell'estate 1997 al Lotto svizzero.
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