
Dopo quasi un mese di pausa, è ripreso oggi davanti al tribunale distrettuale di Zurigo il processo che vede alla sbarra l'ex Ceo di Raiffeisen Pierin Vincenz. In questo sesto giorno di dibattimento sono in programma le arringhe degli avvocati di due coimputati.
Gli interventi
Fra la fine di gennaio e inizio febbraio sono stati chiamati a deporre Vincenz, il suo collega in affari Beat Stocker e cinque coimputati. Anche la pubblica accusa e alcuni difensori hanno già presentato le loro richieste. Domani, mercoledì, il Ministero pubblico avrà modo di rispondere alle arringhe dei difensori. Tra due settimane sono in programma altri due giorni di udienze, di cui l'ultima il 22 marzo. Ancora non è chiaro quando sarà pronunciata la sentenza. Per garantire che il processo non si prolunghi ulteriormente, il presidente del tribunale ha fissato un tempo massimo di parola per le repliche dei difensori e della pubblica accusa.
Le accuse
Il Ministero pubblico rimprovera a Vincenz e a Stocker - i due imputati principali accusati in particolare di truffa per mestiere e appropriazione indebita - di aver realizzato profitti illegali (9 milioni per Vincenz e 16 milioni per Stocker) attraverso partecipazioni segrete che detenevano in quattro società rilevate dalla banca Raiffeisen e da Aduno. Pierin Vincenz è inoltre accusato di aver accollato a Raiffeisen più di mezzo milione di franchi di spese per visite in locali a luci rosse e viaggi privati.
Le richieste
Per i due imputati principali, la pubblica accusa ha chiesto una condanna a sei anni di detenzione. Gli altri cinque coimputati devono rispondere di favoreggiamento e rischiano sanzioni che vanno da una pena pecuniaria sospesa a una condanna, parzialmente sospesa, a due anni e mezzo di prigione. Tutti gli imputati negano le accuse: il difensore di Vincenz ha parlato nella sua arringa di accuse basate su "pure speculazioni" e ha chiesto la piena assoluzione del suo assistito
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