Svizzera
“Provvedimenti restrittivi da revocare in due tappe”
© CdT/ Chiara Zocchetti
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Keystone-ats
3 anni fa
È la raccomandazione rivolta al Governo dalla Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale

Le misure per contrastare la diffusione del coronavirus dovrebbero venir revocate “in due fasi”. È la raccomandazione diretta al Consiglio federale adottata dalla Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale (CSSS-N), che punta sulla prudenza.

Le due opzioni
Il Consiglio federale ha inviato mercoledì in consultazione due varianti in merito ai futuri allentamenti delle misure contro il Covid-19. Con la prima variante, propone di revocare quasi tutte le restrizioni a partire dal 17 di febbraio. La seconda prevede invece un ritmo meno serrato, in due fasi. In un primo tempo sarebbero aboliti l’obbligo di certificato per ristoranti, eventi e strutture ricreative o culturali (l’obbligo di consumare seduti nei ristoranti rimane in vigore), le restrizioni per le riunioni private, il permesso per i grandi eventi all’aperto, e si prevede il ritorno alla regola 2G dove oggi si applica la regola 2G+ (discoteche, piscine coperte, attività sportive intensive o musica per banda). Le altre misure di protezione (2G, permesso per grandi eventi al chiuso e obbligo di mascherina) verrebbero abrogate in un secondo tempo.

Il parere della Commissione
La seconda opzione è stata preferita dalla commissione con 12 voti a 10 e 3 astensioni, precisa una nota odierna dei servizi parlamentari. Tuttavia, la CSSS-N chiede al Consiglio federale - 11 voti a 10 e 3 astensioni - di mantenere per il momento l’obbligo di indossare la mascherina nei trasporti pubblici, negli ospedali e nelle case per anziani, data la circolazione molto elevata del virus, allo scopo di proteggere la popolazione. La commissione ha anche approvato con 15 voti a 6 una mozione della “senatrice” Eva Herzog (PS/BS), destinata a modificare la Legge sulle epidemie, volta a garantire la libertà di spostamento per chi vive nei pressi dei confini anche in tempi di pandemia.

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