Le prospettive a breve termine dell'economia svizzera restano fosche, per il quinto mese consecutivo. È quanto emerge dall'indicatore UBS-CFA pubblicato stamane. Anche se gli analisti interpellati si sono detti più ottimisti in ottobre rispetto a settembre, il dato calcolato dalla banca è rimasto negativo. L'indicatore UBS-CFA è passato da -8,8 punti di settembre a -7,7 punti di ottobre. Malgrado ciò, il dato continua a rivelare una prospettiva "moderatamente negativa" per l'economia svizzera nei prossimi sei mesi, secondo quanto si legge in un comunicato odierno. Gli specialisti intervistati prevedono che l'economia elvetica crescerà a un ritmo leggermente più veloce quest'anno e il prossimo rispetto a quanto immaginato a luglio. Le previsioni per il 2024 e il 2025 sono passate rispettivamente dall'1,1% all'1,2% e dall'1,4% all'1,5%.
Aumento dei prezzi nel 2025
Le stime sull'inflazione sono invece state riviste al ribasso in modo significativo. Mentre a luglio gli analisti prevedevano che sarebbe rimasta stabile per il 2024 e il 2025, ora si attendono una media dell'1% quest'anno e dello 0,75% l'anno prossimo. Il 54% di loro prevede un aumento dei prezzi compreso tra lo 0 e l'1% nel 2025, mentre il 46% si aspetta che superi l'1%. Queste aspettative rimangono all'interno della fascia obiettivo della Banca nazionale svizzera (BNS) dello 0-2%. Oltre l'85% degli analisti prevede inoltre un calo dei tassi d'interesse a breve termine in Svizzera, come nell'Eurozona e negli Stati Uniti. Questa percentuale è leggermente superiore a quella del mese precedente. La maggior parte dei partecipanti si attende inoltre una crescita economica costante nell'Eurozona e negli Stati Uniti nei prossimi sei mesi. Gli economisti sono però molto più ottimisti sull'attuale situazione negli Stati Uniti che nell'Eurozona.
Crescita in Cina
Hanno anche rivisto al rialzo la loro posizione precedentemente pessimistica sulle prospettive di crescita della Cina. Secondo il sondaggio, questo cambiamento è probabilmente attribuibile alle misure di stimolo fiscale e monetario su larga scala annunciate dalla banca centrale e dal governo cinese nelle ultime settimane. La percentuale di analisti finanziari intervistati che prevedono un miglioramento dell'economia cinese nei prossimi sei mesi è aumentata di oltre 20 punti percentuali da settembre, attestandosi intorno al 30%. La maggior parte di loro non prevede però alcun cambiamento nella crescita a breve termine del Paese.