
Dopo l'approvazione di una mozione da parte del Parlamento lo scorso maggio, il Consiglio federale ha indetto oggi la procedura di consultazione per prorogare l'aliquota speciale - pari al 3,8% - dell'imposta sul valore aggiunto (IVA) per il settore alberghiero e paralberghiero. Per quanto riguarda la durata della validità dell'aliquota speciale, l'Esecutivo propone una proroga di altri otto anni, ossia fino alla fine del 2035, quando scadrà la facoltà di riscuotere l'IVA da parte della Confederazione. Non è tuttavia escluso un mantenimento al tasso attuale anche nell'ordinamento finanziario previsto per il dopo 2035, si legge in una nota governativa.
Il testo
In un primo momento il Consiglio federale aveva raccomandato di respingere la mozione, depositata dalla "senatrice" Esther Friedli (UDC/SG). Il testo, poi approvato da entrambe le Camere, chiede di estendere oltre il 2027 l'applicazione dell'attuale aliquota speciale per le prestazioni nel settore alberghiero e paralberghiero a fronte dell'aliquota IVA "normale", attualmente all'8,1%. Secondo l'Esecutivo, il settore del turismo si trova oggi in una situazione economica nettamente migliore rispetto a quella del 1996, anno in cui è stato introdotto il tasso ridotto, che allora era del 3%. I sostenitori del progetto sostengono invece che una mancata proroga dell'aliquota ridotta - dimostratasi efficace nel corso degli ultimi decenni - non farebbe altro che indebolire un settore che deve fare i conti con la forza del franco e un livello di prezzi più elevato che altrove.
Il parere dell'Esecutivo
Per il Consiglio federale, a partire dal 2028, la proroga comporterà un calo annuo delle entrate della Confederazione pari a circa 300 milioni di franchi rispetto al piano finanziario in vigore. Tale perdita dovrà essere compensata altrove in osservanza delle disposizioni del freno all'indebitamento, mette in guardia l'Esecutivo. Per i favorevoli però una mancata estensione avrebbe conseguenze sulla concorrenzialità del turismo elvetico rispetto all'estero e a pagarne le conseguenze sarebbero le regioni turistiche, specie quelle di montagna. La procedura di consultazione si concluderà il 18 novembre 2025.