
Oggi, al terzo giorno del processo in appello di Pierre Maudet, e dei suoi tre coaccusati, gli avvocati hanno chiesto l’assoluzione di Patrick Baud-Lavigne, ex capo di gabinetto di Maudet. I difensori dell’ex consigliere di Stato hanno invece insistito sulla presunzione di innocenza del magistrato ginevrino.
“Questo caso è fortemente tinto di moralismo. Non dobbiamo giudicare la menzogna, ma i fatti”, ha detto Jean-Marc Carnicé, difensore dell’ex capo di gabinetto. Ha sottolineato che il suo cliente, “un uomo onesto, un vero servitore dello Stato”, è stato “gettato in pasto al pubblico dalla Procura per colpire Pierre Maudet”. Vittima di un “vero tsunami mediatico, ha già pagato molto”, ha detto il suo avvocato.
Per quanto riguarda il viaggio ad Abu Dhabi nel 2015, l’alto funzionario vi ha partecipato su proposta amichevole del suo superiore. Era pronto a pagare per quello che era solo un viaggio di piacere che alla fine è stato pagato dalla corona emiratina, come tutti gli ospiti del Gran Premio di Formula 1. “Non ha ricevuto questo vantaggio a causa della sua carica di funzionario”, ha precisato l’avvocato.
Se deve essere assolto dall’addebito di accettazione di un vantaggio riguardo al viaggio, l’ex quadro deve anche esserlo dal finanziamento di un sondaggio politico nel 2017, come ha riconosciuto il Tribunale di polizia in prima istanza. La sua difesa ha anche cercato di smontare le accuse di istigazione all’abuso di autorità nell’ambito dell’autorizzazione di aprire un bar e di violazione del segreto d’ufficio.
Sostenere il politico
Allo stesso modo, gli avvocati dell’uomo d’affari che ha contattato suo zio per tentare di ottenere un invito al Gran Premio hanno chiesto l’assoluzione riguardo la concessione di un vantaggio. “Il mio cliente l’ha fatto per sostenere gli sforzi di Pierre Maudet nella promozione di Ginevra. Ma né lui né suo zio avevano il controllo sul processo di invito”, ha detto Marc Hassberger.
Anche l’avvocato David Bitton ha cercato di dimostrare come il comportamento dell’altro imprenditore a processo non sia ritenuto punibile dal punto di vista penale. A suo avviso, il suo cliente non si è fatto avanti per far invitare Maudet, non sapeva nulla del finanziamento né dei dettagli del soggiorno ad Abu Dhabi.
“Durante il primo viaggio, il mio cliente è stato sollecitato come consulente, ma non ha commesso alcuna infrazione. Per quanto riguarda il secondo viaggio, non ha fatto nulla ma è perseguito penalmente”, ha rilevato l’avvocato, spiegando come il suo cliente abbia intrattenuto una relazione d’amicizia sincera con il consigliere di Stato.
Terreno politico
Alla fine del pomeriggio è poi toccato ai difensori dell’ex consigliere di Stato prendere la parola. Il legale Yaël Hayat, che ha insistito sulla presunzione di innocenza del suo cliente, il quale - a suo avviso - è stato già giudicato sul piano mediatico e politico.
Il viaggio non costituisce un indebito vantaggio, poiché dipende da un invito ufficiale di uno Stato sovrano, ha proseguito l’altro difensore Grégoire Mangeat. Per quanto attiene alle modalità lussuose e all’invito della famiglia, occorre tener conto degli usi e costumi del Paese ospitante. “Il Tribunale di polizia si è avventurato su un terreno politico per squalificare tale invito”, ha denunciato l’avvocato.
Questo viaggio non è punibile, poiché non ha quale scopo quello di esercitare un’influenza indubbia su un magistrato pubblico. Per gli Emirati Arabi Uniti, il Gran premio contribuiva alla costruzione di un’immagine positiva e alla promozione del Paese. De facto, l’invito era stato rivolto a Maudet a causa del suo statuto e non dei doveri della sua carica. Dal canto suo, il consigliere di Stato voleva restaurare la fiducia nei confronti di Ginevra.
Interrotte stasera, le arringhe proseguiranno domani. La sentenza è prevista tra diverse settimane.
Tribunale di polizia
Ieri invece, come in prima istanza, il procuratore ha chiesto una pena di 14 mesi di prigione con la condizionale per Pierre Maudet e il suo ex capo di gabinetto Patrick Baud-Lavigne che lo ha accompagnato ad Abu Dhabi. Per i due imprenditori, ha chiesto rispettivamente una pena sospesa di 12 mesi e di 8 mesi.
Lo scorso febbraio il Tribunale di polizia di Ginevra aveva condannato Maudet a una pena pecuniaria di 300 aliquote giornaliere da 400 franchi con la condizionale. A suo avviso, accettando una lussuosa vacanza ad Abu Dhabi nel 2015, il politico ha assunto il rischio che questo vantaggio gli fosse stato concesso per influenzarlo.
L’ex capo di gabinetto Baud-Lavigne era stato ritenuto colpevole di aver violato il segreto d’ufficio fornendo informazioni ai due imprenditori che hanno organizzato il viaggio negli Emirati. La sua condanna era stata fissata a 360 aliquote giornaliere con la condizionale.
Quanto ai due uomini d’affari che hanno organizzato il viaggio ad Abu Dhabi, sono state inflitte loro pene pecuniarie di rispettivamente 240 e 180 aliquote, sempre con la condizionale. Secondo la corte hanno concesso un vantaggio con l’obiettivo di assicurarsi la benevolenza di un consigliere di Stato in futuro.
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