Svizzera
Processo Fifa, chiesta l'assoluzione per Valcke
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Keystone-ats
3 anni fa
Secondo l'avvocato Patrick Hunziker, le richieste del Ministero pubblico della Confederazione (MPC) sono sproporzionate e ha poi aggiunto che il suo cliente non ha mai nascosto le sue difficoltà finanziarie o il fatto che viveva oltre le sue possibilità economiche

Difesa schierata per Jérôme Valcke: i legali dell’ex segretario generale della Federazione internazionale di calcio (FIFA) chiedono l’assoluzione da tutte le accuse nel processo in appello sui diritti televisivi della FIFA. La procura federale chiede invece una pena di 35 mesi.

“Richieste sproporzionate”
Secondo l’avvocato Patrick Hunziker, le richieste del Ministero pubblico della Confederazione (MPC) sono sproporzionate e che la procura sta “calpestando l’atto d’accusa inventando accordi di corruzione e basandosi su innovazioni giuridiche”. L’MPC accusa l’ex segretario generale di aver venduto i diritti televisivi per diversi campionati di calcio agli altri due imputati. Valcke è accusato di aver agito all'insaputa della FIFA e di aver ottenuto benefici personali, compreso l'uso di una villa di lusso in Sardegna.

Valcke non ha avuto alcun ruolo
Nel suo lungo intervento, il legale ha ricordato tra le altre cose che all'epoca dei fatti - tra il 2013 e il 2015 - l'accettazione di vantaggi non era vietata e non c'era nemmeno l'obbligo di restituzione. Ha poi sottolineato che il suo cliente non ha avuto alcun ruolo nella conclusione degli accordi sui diritti televisivi della FIFA, anche perché non erano di sua competenza. Nella situazione di mercato della metà degli anni 2010, le condizioni ottenute erano le migliori possibili. “Non c’era un mercato competitivo a quel tempo”, ha detto Hunziker. La legale Elisa Bianchetti ha invece trattato l’argomento Villa Bianca: nel 2013 Nasser Al-Khelaifi, proprietario dell’emittente Al-Jazeera e di Bein Media Group, avrebbe promesso a Valcke l’uso esclusivo di una villa in Sardegna, acquistata per lui proprio dal qatariota. “Villa Bianca”, del valore di 5 milioni di euro, doveva essere ceduta in piena proprietà al francese dopo due anni, d'intesa tra i due uomini. Bianchetti ha sostenuto che questo affare non aveva nulla a che fare con qualsiasi intervento nell’assegnazione dei diritti televisivi a BeIN Media. “Jérôme Valcke e Nasser Al-Khelaïfi si conoscono dal 2011. Avevano un’amicizia molto stretta”. Stando ai legali, l’accusa ha ignorato queste relazioni per costruire la teoria di un patto di corruzione, definito anche “accordo corrotto”. L'avvocato ha poi aggiunto che il suo cliente non ha mai nascosto le sue difficoltà finanziarie o il fatto che viveva oltre le sue possibilità economiche. Quando si è impegnato a comprare un nuovo yacht e la villa sarda, “è stato naturale che si sia rivolto ad Al-Khelaïfi”.

Processo d'appello
Con una sentenza pronunciata alla fine di ottobre 2020, la Corte degli affari penali aveva assolto Al-Khelaïfi e l'uomo d'affari greco. Valcke era stato condannato a una pena pecuniaria sospesa di 120 aliquote giornaliere da 200 franchi per falsità in documenti. La Procura federale ha presentato ricorso. Per la procuratrice Cristina Castellote, Jérôme Valcke deve essere riconosciuto colpevole di amministrazione infedele aggravata e corruzione passiva. La condanna per falsità in documenti deve essere confermata e portare ad un adeguato aumento della pena richiesta. Nasser Al-Khelaïfi deve essere condannato per istigazione all'amministrazione infedele e il terzo imputato per istigazione all'amministrazione infedele e corruzione attiva.

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