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Porno, più regole per proteggere i minori
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Teleticino
3 anni fa
In Svizzera una mozione che approderà agli Stati chiede regole più severe per proteggere i minori di 16 anni. Ma esiste un sistema efficace e non aggirabile con un click?

11 anni. È l’età media in cui i minori hanno acceso ai siti porno. Un campanello d’allarme che ha spinto la politica a tirar fuori dai cassetti il tema della tutela dei minori. L’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha chiesto ai governi di introdurre misure per fermare "la crescente l’esposizione dei minori alla pornografia".

Anche in Svizzera si chiedono regole più severe 

In Svizzera la questione è stata sollevata dal consigliere nazionale del Partito Evangelico Nik Gugger, che con una mozione chiedeva una legge anti-pornografia per i minori di 16 anni. Legge che in realtà esiste, la 197 del Codice penale, che punisce fino a 3 anni di detenzione chiunque renda accessibili a una persona minore di sedici anni contenuti pornografici. Ma secondo Gugger non basta visto che viene palesemente ignorata. L'intenzione è quella chiamare in causa i fornitori dei servizi di telecomunicazione, che dovrebbero oscurare i siti internet che offrono contenuti pornografici, senza adottare misure tecniche sufficienti per proteggere i minori di 16 anni.

Registrare l'età con la carta di credito?

Una proposta di controllo che a molti fa già storcere il naso per ragioni di privacy sarebbe la registrazione dell'età con una carta di credito. Dopo l’ok del Nazionale, questa settimana è arrivata la luce verde anche della Commissione del Consiglio degli Stati con 9 voti a favore e due astensioni. Il Consiglio federale aveva già dato preavviso negativo ma tra i promotori c’è un certo ottimismo che anche il Consiglio degli Stati voti a favore.

In altri paesi

Il problema accomuna molti paesi e ognuno lo sta affrontando a modo suo.  Nel Regno Unito sui siti per adulti è in programma un giro di vite con la legge sulla sicurezza online, che obbligherà il sito porno alla verifica dell’età degli utenti, pena una multa fino al 10% del fatturato annuo fino al blocco del sito. In Cina siamo all’estremo: la pornografia è illegale dal 1949 e chi trasgredisce rischia fino all’ergastolo. Le autorità cinesi sono arrivate anche a offrire 86.000 dollari di ricompensa a chi denunciava sospettati di aver guardato materiale pornografico. Intanto poche settimane fa alcuni ricercatori cinesi hanno brevettato un elmetto capace di “leggere la mente dell’uomo” e di capire se sta guardando dei contenuti sessualmente espliciti.

Come evitare di aggirare i sistemi

Ma torniamo nel nostro paese. Esiste un sistema efficace e non aggirabile con un click? Lo abbiamo chiesto ad Alessando Trivilini, responsabile del Servizio informatica forense della Supsi. “A monte significa mettere un canale di accesso che si assicuri per esempio attraverso un numero di telefono, che per ottenerlo bisogna passare da una persona maggiorenne. Oppure da un indirizzo email ritenuto autorevole, che per ottenerlo bisogna registrarsi con un numero di telefono riconducibile ad una persona adulta, grazie alla quale la piattaforma può dimostrare che la persona che accede ai propri contenuti dichiaratamente pornografici accetta il consenso e quindi si prende le responsabilità. Se il minore non ha questa autorizzazione sarà il genitore che avrà il compito di equipaggiare il telefonino, il computer o il dispositivo digitale che ha deciso di acquistare per il proprio figlio, di applicazioni con dei filtri adeguati per evitare che possa accedere a quei siti. Esistono i controlli parentali da tanto tempo, sempre più raffinati, anche per telefonini mobili, ma sappiamo che in questo contesto la curiosità adolescenziale è più forte. Fatta una regola tecnica emergono molti inganni: si possono bypassare i giovani, che sanno che c'è internet e spesso sanno la password impostata dal genitore per accedervi".

 

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